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 1999  maggio 25 Martedì calendario

«Il grosso dell’attività di Rothschild era costituito senza dubbio dal commercio. Quanto ai suoi affari più prettamente bancari, stava ancora aspettando di poter trattare direttamente con un principe

«Il grosso dell’attività di Rothschild era costituito senza dubbio dal commercio. Quanto ai suoi affari più prettamente bancari, stava ancora aspettando di poter trattare direttamente con un principe. Una prima opportunità gli si presentò ad Hanau nel 1776. Per alcuni anni, Rothschild era stato l’agente di corte onorario di Guglielmo, ma quella nomina gli aveva consentito soltanto di vendere qualche medaglia o moneta antica. Ma nel 1776, l’intraprendente Guglielmo decise di vendere un primo contingente di soldati d’Assia al cugino inglese, re Giorgio III, che ne aveva bisogno come carne da cannone a cui far ricorso durante la guerra d’indipendenza americana. Nel concludere questo affare decisamente vantaggioso, Guglielmo stava seguendo l’esempio dei langravi d’Assia che lo avevano preceduto, sotto il regno dei quali la vendita di soldati aveva dato un notevole contributo all’esportazione. I soldati non erano mercenari nella comune accezione del termine; venivano infatti spietatamente arruolati, sul modello prussiano, attingendo dalle schiere dei diseredati. Ai disertori era riservata una dura punizione: dovevano passare tra due file di commilitoni che li battevano sino a dodici volte e per due giorni di fila. E in un mercato favorevole al venditore com’era quello dei soldati, le condizioni non era certo quelle che auspicava il regio cliente inglese. Ma Giorgio III aveva già dovuto incassare un secco rifiuto da parte dei russi e degli olandesi e non poteva far altro che accettare i gravosi termini stabiliti da Guglielmo. Per ciascun soldato di fanteria vi era una tassa di coscrizione di base, pari a cinquantun talleri, l’equivalente di settantasei fiorini, pagabile nel giro di due mesi, e un tributo aggiuntivo per ogni uomo che fosse stato ucciso o ferito. Tre uomini feriti contavano come uno morto, per il quale veniva pretesa un’ulteriore imposta di cinquantun talleri ”Qualora un’epidemia, un naufragio, un assedio o una battaglia dovesse causare la perdita insolitamente elevata a un reggimento o un corpo d’armata che dir si voglia, il re d’Inghilterra si assumerà inoltre prodigamente l’onere del reclutamento di nuovi soldati e ufficiali richiesti per reintegrare detto corpo nella sua possenza originaria [...essendo il prezzo di ciascun soldato comprensivo] del reclutamento e della sepoltura del cadavere”. Nessuno di questi versamenti andò a finire nelle casse d’Assia o della contea di Hanau. Come suo padre il langravio prima di lui, anche il principe ereditario riteneva che l’intera contea fosse un suo dominio privato. Si stimava che l’utile netto che nel 1776 Guglielmo ricavò dalla vendita dei mercenari ammontasse a diversi milioni. Parte di questo denaro fu incassato durante l’estate e arrivò ad Hanau sotto forma di cambiali redimibili qualche settimana dopo presso una banca inglese. Tali cambiali non erano soggette al pagamento di interessi in caso di trasferimento dilazionato. Ragion per cui il principe ereditario era ansioso di investire il denaro il prima possibile al tasso di interesse più elevato che potesse ottenere. Per prima cosa dovette convertire le cambiali inglesi in valuta locale vendendole, sotto prezzo, alle banche del posto. Per evitare che un’eccessiva disponibilità di liquidi comportasse una crisi a livello di mercato, le vendite venivano accuratamente pianificate o limitate a piccole somme. I banchieri erano invitati a fare le loro offerte in contanti. Quanto agli importi più elevati, un numero limitato di banche più che attendibili poteva benerficiare di linee di credito. Quello delle cambiali era un commercio estremamente vantaggioso. Le commissioni o le altre tasse di questo genere potevano arrivare a più del 10% del valore nominale. Anche se dai documenti ufficiali nulla risulta, vi è motivo di credere che Rothschild fosse uno di quei banchieri che poteva beneficiare di linee di credito in modo da poter scontare le cambiali inglesi del principe Guglielmo a un tasso ragionevole.