Giovanni Florio, ìPanoramaî 22/7/99, 16 luglio 1999
Riconoscimenti. Da quando Pietro Calabrese ha assunto la direzione del ”Messaggero” , il quotidiano romano ha costantemente incrementato le vendite: 289 mila copie oggi contro le 243 mila di allora (il record: il 12,5 per cento in più rispetto al giugno ’98): «Quando c’è successo, il direttore si prende riconoscimenti meritati e immeritati
Riconoscimenti. Da quando Pietro Calabrese ha assunto la direzione del ”Messaggero” , il quotidiano romano ha costantemente incrementato le vendite: 289 mila copie oggi contro le 243 mila di allora (il record: il 12,5 per cento in più rispetto al giugno ’98): «Quando c’è successo, il direttore si prende riconoscimenti meritati e immeritati. Vabbè, un merito ce l’ho. Sa quale sarà il mio ricordo più piacevole, quando sarò uscito da qui? L’aver creato un bel clima di lavoro. Alle sette di sera, quando ci riuniamo per i titoli di prima pagina, un tizio che passasse per caso in corridoio penserebbe a una gabbia di matti. Risate, voci alte, casino. Probabilmente al ”Corriere” e altrove ci sono silenzi religiosi. Il gruppo, ripeto, è essenziale, anche con un pizzico di goliardia, per sdrammatizzare. Se anche avessi le qualità dei tre più grandi direttori del secolo, Albertini, De Benedetti e Scalfari, non sarei capace di dirigere come un dittatore». *** Meriti. «Diamo merito a Franco Caltagirone, l’editore. Ha investito tempo e denaro e anche idee concrete: per esempio, gli abbinamenti con i tre giornali del Salento, ottima penetrazione nel Sud, e con il ”Corriere adriatico”. La nuova rotativa consente il colore e quindi incrementi pubblicitari rilevanti. Caltagirone ha ottimizzato i costi, tagliando tutto là dove si poteva. In questo stiamo proseguendo la gestione rigorosa di Giulio Anselmi, nei due anni e mezzo preedenti». *** Ragioni del successo: «Facciamo un giornale divertente: le notizie cosiddette serie ci sono tutte, però mettiamo qualche ciliegina sulla torta. Abbiamo la cronaca migliore, qualche idea elaborata in redazione, con semplicità, sulle agenzie». *** Centro. Lei guida un giornale a cui si attribuisce (e avolte si imputa) una scaltra, evidente centralità. «Per carattere non cerco risse. E dirigo un giornale che ha nei cromosomi una linea filogovernativa. Un giornale che deve tener conto di D’Alema, che si sta rivelando un buon leader, e di una città come Roma in cui uno su tre vota An e uno su due per il centrodestra. Non so se mi spiego». Invadenze? «No. il vantaggio di aver un editore privato, unico, autonomo». *** Benedizioni. «Oggi i giornali sono stretti di spazio, c’è una certa dittatura della pubbliità (benedetta, però, contribuisce a darci lo stipendio»