Mario Porqueddu, ìCorriere della Seraî 30/8/99, 31 agosto 1999
Spaccaossa. Roscoe Pondexter, ex campione di basket, tornato nell’85 in California dopo sette anni giocati in Italia (982 punti in 29 gare nel ’78 a Gorizia), si fece assumere come guardia nel carcere di Corcoran, dove i secondini erano soprannominati ”squali” perché colpivano senza pravviso e con terribile durezza i detenuti, tra i quali organizzavano combattimenti, che finivano spesso con la loro uccisione, per evitare che parlassero in eventuali indagini della magistratura
Spaccaossa. Roscoe Pondexter, ex campione di basket, tornato nell’85 in California dopo sette anni giocati in Italia (982 punti in 29 gare nel ’78 a Gorizia), si fece assumere come guardia nel carcere di Corcoran, dove i secondini erano soprannominati ”squali” perché colpivano senza pravviso e con terribile durezza i detenuti, tra i quali organizzavano combattimenti, che finivano spesso con la loro uccisione, per evitare che parlassero in eventuali indagini della magistratura. Tra gli episodi, quello di un Eddie Dillard, detenuto che aveva dato una calcio ad una guardia in un’altra prigione, messo per punizione in cella con un assassino, Wayne Robertson, che lo violentò per giorni. Conosciuto in prigione come lo ”Spaccaossa”, per l’abitudine di rompere il collo ai carcerati, Pondexter, oggi sott’inchiesta insieme agli altri colleghi del Shu (Security Housing Unit), è ricordato dai suoi compagni di squadra D’Antoni e Meneghin, come un «animale da parquet»: «gli davi una palla in mano e faceva solo canestro»