Roberto Bianchin su la Repubblica del 28/10/2000 alle pagine 32-33., 28 ottobre 2000
Su iniziativa delle Camere di commercio di Trieste e di Vienna, nasce l’Associazione Europea dei Caffè Storici
Su iniziativa delle Camere di commercio di Trieste e di Vienna, nasce l’Associazione Europea dei Caffè Storici. Il fine dell’Associazione è quello di difendere dalla minaccia di chiusura i più antichi e famosi locali del Vecchio continente e salvare al contempo una lunga tradizione letteraria. A dover resistere alla concorrenza dei fast food, sono ritrovi celebri di artisti e scrittori, come i caffè parigini De Flore, Lapin agile, Du Dome e Aux deux Magots, dove erano soliti darsi appuntamento Sartre (che vi trascorreva l’intera giornata a scrivere di fronte ad una sola consumazione) e Simone de Beauvoir, oppure i giovani esistenzialisti, artisti, come Picasso, e Prevert e altri poeti. Stesso pericolo corrono i caffè romani di Via Veneto, ove Fellini ambientò la Dolce Vita, e l’Antico caffè Greco di Via Condotti; l’Harry’s bar di Venezia, seconda casa di Hemingway, il caffè Tommaseo di Trieste, L’Odeon di Zurigo (dove si incontravano Lenin, Joyce, Mann e Albert Einstein), i caffè viennesi Conzert, Pruckel, Weingartner e altri simili sparsi in tutta Europa; Caffè che ospitarono Proust, Kafka, Pessoa, Marinetti, Van Gogh, Monet, Guttuso, e poi illuministi, rivoluzionari e avanguardisti. I proprietari affitterebbero volentieri gli storici locali a banche e grandi magazzini. I gestori chiedono alla Comunità Europea un marchio di tutela e una serie di agevolazioni finanziarie ed aiuti fiscali.