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 2000  novembre 03 Venerdì calendario

Quasi tutte le star del cricket internazionale degli ultimi anni sarebbero state corrotte dagli allibratori asiatici: tangenti da 15 fino a 30 milioni di lire per ottenere notizie sulla formazione della squadra, la disposizione in campo o la strategia di gioco

Quasi tutte le star del cricket internazionale degli ultimi anni sarebbero state corrotte dagli allibratori asiatici: tangenti da 15 fino a 30 milioni di lire per ottenere notizie sulla formazione della squadra, la disposizione in campo o la strategia di gioco. Contattate le più importanti squadre del mondo: dall’India al Sud Africa, dall’Australia al Pakistan. L’intera area del cricket, quella del Commonwealth, è coinvolta nello scandalo, compresa la grande Inghilterra. A scoperchiare le storie di mazzette e accordi sottobanco è stata l’India, l’antica colonia britannica dove il cricket è seguito anche nei ghetti del profondo sud. L’ufficio investigativo di Delhi ha appena pubblicato il suo rapporto, frutto di mesi di indagini. Tredici bookmaker indiani sono stati arrestati. Sotto accusa anche nove capitani di squadre internazionali e molti famosi battitori. Il primo a confessare di esser stato corrotto, l’ex capitano sudafricano Hansie Cronje, che adesso, pentito, collabora con gli indiani per fare chiarezza nello scandalo. Il ”Times” ha intervistato uno degli allibratori di Delhi, Mukesh Kumar Gupta, che ha chiamato in causa il precedente capitano della squadra nazionale, Alec Stewart: "Ho contattato Stewart durante il torneo del ’93. Gli ho dato 5.000 sterline in cambio di notizie sul pitch, sulla formazione e sul morale della squadra". Stewart, 37 anni e 137 partite giocate, replica: "Non lo conosco, non l’ho mai visto". Tanti gli eroi nazionali chiamati a difendersi: sui giornali e alla televisione hanno smentito le accuse anche i capitani Martin Crowe della Nuova Zelanda, Arjuna Ranatunga dello Sri Lanka, Salim Malik del Pakistan. Intanto i detective inglesi sono in viaggio verso l’India per restituire onorabilità allo sport nazionale: "Il cricket deve rimanere pulito", ha detto il capo del pool investigativo, Paul Condon. "La gente vuol credere che si tratta solo di coraggio e capacità, e non di losche conversazioni in stanze d’albergo o tra telefoni portatili".