Antonio Cianciullo sulla Repubblica del 5/11/2000 a pagina 15, 5 novembre 2000
Secondo l’ultimo rapporto dell’Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), nel corso del prossimo secolo la temperatura sulla Terra subirà un aumento tra gli 1,5 e i 6 gradi
Secondo l’ultimo rapporto dell’Ipcc (Intergovernamental Panel on Climate Change), nel corso del prossimo secolo la temperatura sulla Terra subirà un aumento tra gli 1,5 e i 6 gradi. L’innalzamento preoccupa gli esperti: tra le conseguenze più temute, il modificarsi della corrente del Golfo, che, in caso di un consistente mutamento climatico, potrebbe privare del suo apporto le regioni nord-occidentali dell’Europa, facendole sprofondare nel ghiaccio. Ma il riscaldamento produrrebbe nell’area settentrionale anche qualche effetto benefico. L’Ue calcola che gli inverni freddi diventeranno più rari a partire dal 2020 e scompariranno quasi dal 2080. Se la corrente del Golfo resisterà, in Inghilterra si potranno piantare vigneti, come attorno all’optimum climatico dell’anno Mille. Sarà più facile viaggiare e si spenderà meno per scaldare le case. Anche l’aumento di anidride carbonica in alcuni casi dovrebbe favorire i raccolti. Nessun vantaggio invece nelle regioni del Sud, che subiranno solo danni. Le piogge (che a Nord aumenteranno dell’1-2 per cento per ogni decennio, facendo salire il rischio di alluvioni) diminuiranno, facilitando l’intensificarsi dei processi di desertificazione già in atto. Nel bacino del Mediterraneo, il controllo delle fonti d’acqua diventerà un crescente motivo di guerre. L’impoverimento del suolo, inoltre, diminuirà la capacità agricola complessiva.