Paola De Carolis sul Corriere della Sera del 6/11/2000 a pagina 15, 6 novembre 2000
Secondo i due professori sudafricani Frances Thackaray e Nick van der Merwe, il drammaturgo William Shakespeare sarebbe stato un accanito consumatore di marijuana
Secondo i due professori sudafricani Frances Thackaray e Nick van der Merwe, il drammaturgo William Shakespeare sarebbe stato un accanito consumatore di marijuana. Le sue opere, infatti, risulterebbero piene di "surreali metafore": sogni, visioni, percezioni soprannaturali, che testimonierebbero una certa propensione a volare con la fantasia con l’aiuto di sostanze allucinogene. Thackaray e Van der Merwe hanno ottenuto in prestito delle pipe appartenute a Shakespeare e ritrovate nella sua abitazione di Stratford on Avon. I cimeli sono ora nelle mani della polizia, che spera di riuscire ad accertare cosa fumasse il poeta 400 anni fa. Che in Inghilterra la marijuana abbondasse già nel XVI secolo, comunque, non è una novità: nel 1563 la regina Elisabetta I aveva varato una legge in base alla quale gli agricoltori con più di 60 acri di terreno erano obbligati a coltivare la canapa. Multa di 5 sterline a chi si rifiutava (oggi sarebbero poco più di 15.000 lire, ma all’epoca erano un efficace deterrente). Finora, però, si pensava che gli inglesi del Cinquecento la usassero come medicinale: le allusioni di Shakesperare (in particolare la frase: "L’invenzione in una nota erba") indicherebbero invece che ne conoscevano già anche gli effetti allucinogeni.