Roberto Beretta su Avvenire del 7/11/2000 a pagina 27, 7 novembre 2000
I benedettini dell’abbazia di Saint John a Collegeville, nel Minnesota, hanno commissionato a Donald Jackson, di professione calligrafo ufficiale della regina Elisabetta, la realizzazione di una Bibbia scritta interamente a mano: un esemplare unico, vergato con penna d’oca e inchiostri rari su pergamena purissima, con miniature su ogni pagina
I benedettini dell’abbazia di Saint John a Collegeville, nel Minnesota, hanno commissionato a Donald Jackson, di professione calligrafo ufficiale della regina Elisabetta, la realizzazione di una Bibbia scritta interamente a mano: un esemplare unico, vergato con penna d’oca e inchiostri rari su pergamena purissima, con miniature su ogni pagina. Costo: 6 miliardi e rotti. Il calligrafo si è dato tempo fino al 2004 per portare a termine il progetto, la cui prima idea risale al 1970, quando a Jackson fu richiesto di eseguire una copia dell’Apocalisse e lui dichiarò che gli sarebbe piaciuto fare lo stesso anche con i precedenti libri sacri: "Sarebbe la mia Cappella Sistina". 25 anni dopo, il sogno si avvera grazie alla collaborazione con Eric Hollas, prete benedettino direttore della ”Hill Monastic Manuscript Library” dell’università Saint John. I monaci s’imbarcano nel monumentale progetto e il 13 settembre 1998 il rettore della Saint John’s presiede la cerimonia di benedizione e dà il via all’impresa. Sei mesi più tardi viene presentata al pubblico la prima pagina del Vangelo finita e il 31 agosto 1999 anche il Papa concede all’opera la sua benedizione. Al 10 ottobre risultano completate 89 pagine e una miniatura, come informa il diario dei lavori consultabile su Internet; e il primo dei previsti 7 volumi dovrebbe essere pronto per la prossima primavera. L’impresa, comunque, è ciclopica. Si calcola che la semplice scrittura di una pagina – due colonne di 54 righe, vergate da quattro calligrafi professionisti – occupi in media 9 ore di lavoro. Il tutto, moltiplicato per le 1.150 pagine dell’opera finale, permette di prevederne il completamento nel 2004. Jackson ha poi dovuto cercare soluzioni a problemi tecnici di cui si era perduta memoria da almeno 500 anni. La pergamena robusta e flessibile usata per le pagine, ad esempio, è stata comprata da un mercante londinese: quella, bellissima, scovata presso un conciatore ebreo di Gerusalemme e adottata all’inizio, infatti, non andava bene per l’inchiostro scelto da Jackson e composto secondo una formula cinese di un secolo fa. Neppure l’impatto estetico della scrittura è stato sottovalutato: l’inglese usa parole brevi, e la riga rischiava di apparire frammentata e instabile. Così l’artista britannico ha inventato una scrittura esclusiva, compatta ed elegante (battezzata ”Jacksoniano”). Poi ci sono le miniature: 150, dipinte con antichi pigmenti tratti da minerali e pietre preziose, oro e platino compresi. Non stupiscono, perciò, i costi: 3 milioni di dollari. Due terzi dei quali, però, sono già stati coperti da 250 donatori privati.