Marco Giusti su L*Espresso del 9/11/2000 a pagina 219, 9 novembre 2000
Il regista Ron Howard ha girato una versione per il grande schermo di "The Grinch", il libro per l’infanzia scritto nel 1957 da Theodor Seuss Geisel, meglio noto come il Dr
Il regista Ron Howard ha girato una versione per il grande schermo di "The Grinch", il libro per l’infanzia scritto nel 1957 da Theodor Seuss Geisel, meglio noto come il Dr. Seuss o "il buon dottore". Attore protagonista, Jim Carrey (che ha preteso 25 milioni di dollari e qualche spicciolo dalle vendite del merchandising). L’autore di "The Grinch" (o "How the Grinch Stole Christmas"), morto a 87 anni nel 1991, è considerato il più importante autore americano di letteratura per l*infanzia del Novecento. Figlio di emigrati tedeschi, cresciuto in una piccola città del Massachusetts e già noto nel ’39 come autore di raffinati libri per bambini, il Dr. Seuss diventa una celebrità negli anni Cinquanta. Due cortometraggi, "Hitler Lives" e "Design for Death", girati per l’esercito americano, vincono l’Oscar. Hollywood lo corteggia, Stanley Kramer produce da un suo libro una vera curiosità, "Le 5.000 dita del Dottor T", la Warner gli affida la prima stesura di ciò che poi diventerà "Gioventù bruciata". Ma tra il "buon dottore" e la fabbrica dei sogni non c*è intesa. Lui detesta il film di Kramer e torna a disegnare, sfornando, nel 1957, i suoi due capolavori: "Il gatto con il cappello" e, appunto, "Il Grinch", racconto morale sullo spirito del Natale sporcato da un’inutile massa di regali e di cibo. Il Grinch è un mostro coperto di pelo che vive in una caverna da solo e dice di odiare il Natale. Il perché non è chiaro: forse è colpa delle scarpe troppo strette, o del suo cuore due volte più piccolo del normale. La Vigilia di Natale, travestito da Santa Claus, il mostro piomba nella città addormentata di Whoville (in Italia, Kinonsò) e strappa via agli abitanti addormentati tutto: perfino gli alberi e le palle colorate. Ma in loro, che dovrebbero piangere e disperarsi, lo spirito del Natale è così forte che sono contenti e cantano anche senza niente, toccando il cuore al Grinch (che osserva non visto la scena e alla fine, commosso, riporta i regali e si unisce alla festa). Sia "Il Grinch" che "Il gatto con il cappello" diventano subito best seller. Il "buon dottore", che non aveva figli ("Voi li fate, io li faccio divertire") e visse sempre come un eremita, disegnando e scrivendo ossessivamente, alla fine dei suoi giorni avrà scritto 47 libri, tradotti in una ventina di lingue, e venduto circa 200 milioni di copie in tutto il mondo. Al 1966 risale la prima animazione del Grinch, frutto della collaborazione tra il Dr. Seuss e il grande animatore americano Chuck Jones, l’inventore di Bugs Bunny. Il cartoon ebbe un grande successo e fu riprogrammato ogni anno, diventando un classico esattamente come il libro. A entrambi, infatti, si ispira il film di Ron Howard, in cui il Grinch, come nel cartone e a differenza che nel libro, non è più bianco con gli occhi rosa ma verde con gli occhi rossi (che solo nell*ultima scena diventeranno celesti). La voce del Grinch, nel cartoon, era di Boris Karloff; nel film, appartiene a Anthony Hopkins. Sia Jones che Howard hanno fatto il possibile per rendere sullo schermo il mondo disegnato dal Dr. Seuss, a cominciare dai buffi Who, personaggi parte umani e parte insetti, che vivono in un villaggio simile a un gotico paesino tedesco, dentro casette sbilenche. Tutta da verificare, poi, la cattiveria del Grinch: secondo il suo autore, il presunto mostro è in realtà "l’eroe del Natale. All’inizio sembra cattivo, ma non è tanto come si inizia quello che conta, quanto come si va a finire".