Andrea Fagioli su Avvenire dell’8/11/2000 a pagina 25, 10 novembre 2000
Il problema dell’approvvigionamento idrico nelle zone in cui l’acqua è scarsa ha sempre costituito un elemento di tensione
Il problema dell’approvvigionamento idrico nelle zone in cui l’acqua è scarsa ha sempre costituito un elemento di tensione. Nel libro ”La guerra dell’acqua” di Sara Bernardelli (1997) si affrontano le questioni che riguardano il bacino del Giordano (una regione che comprende Israele, le alture del Golan, la Cisgiordania, la Striscia di Gaza e i Paesi con i quali Israele condivide le frontiere, Egitto, Giordania e Libano). Nel 1967, proprio alcune questioni che riguardavano l’acqua del Giordano diedero inizio a un’escalation che portò alla Guerra dei sei giorni. Quella guerra trasformò Israele nella massima potenza militare della regione, e fruttò al Paese espansione territoriale, vantaggi strategici e dominio di gran parte dell’acqua della zona. Israele controllava tutte le risorse idriche della Palestina e le sorgenti siriane sulle Alture del Golan: una situazione di superiorità che ha fornito la base per politiche discriminatorie nei confronti dei palestinesi, con gravi conseguenze sulle condizioni di vita della popolazione (l’accesso limitato alle risorse d’acqua, ad esempio, ha ostacolato ulteriormente un settore agricolo già sottosviluppato). Il problema della ripartizione delle risorse idriche rappresenta un elemento costante di conflitto. Nei negoziati, Israele mira costantemente a posticipare la discussione sulla questione dei diritti, e propone l’utilizzo di fonti idriche alternative, come l’importazione di acqua dall’esterno o la desalinizzazione. I palestinesi vorrebbero discutere la questione della sovranità delle acque che scorrono al di sotto della Cisgiordania (le falde acquifere sotterranee). In assenza di accordi, ogni parte utilizza le acque a suo piacimento, e spesso il limite è solo la capacità tecnica di sfruttamento idrico. Uno dei nodi cruciali del conflitto, comunque, riguarda le Alture del Golan, dove scorrono le sorgenti del Giordano. Per Israele la loro restituzione significherebbe, mancando un accordo per la gestione integrata delle acque, mettere in pericolo un terzo delle proprie risorse idriche.