Mariarosa Mancuso su Panorama del 16/11/2000, pagine 253-255, 16 novembre 2000
Intellettuali e carcere. Lo scrittore russo Pinchas Pelovic, finì in carcere in una retata ordinata da Stalin
Intellettuali e carcere. Lo scrittore russo Pinchas Pelovic, finì in carcere in una retata ordinata da Stalin. In prigione cominciò a lavorare a un romanzo che non concluse: venne fucilato. A Jean Jenet andò meglio: carcerato per aver adescato giovanotti, fu assolto per "sopraggiunti meriti letterari" quando tra le sbarre aveva già iniziato la stesura di Querelle de Brest. François Truffaut fu processato a 17 anni "per aver costruito un cineclub sui debiti". Rimbaud fu definito "un giovane di talento che domina il verso come nessuno" dal prefetto di Parigi che indagava sulla sparatoria tra il giovane poeta e Verlaine (che aveva esploso su di lui due colpi di pistola). Curzio Malaparte, che invocava una legge per la quale gli scrittori potessero evitare di finire in galera per i loro scritti, fu ”confinato” dal regime fascista "in una villa a Forte dei Marmi, con pinetina e fidanzata ricca".