Guglielmo Cavallo sul Corriere della Sera del 15/11/2000 a pagina 35, 15 novembre 2000
Lo scrittore americano Gore Vidal confessa nella sua autobiografia, che s’intitola ”Palinsesto”, di aver scoperto solo di recente il reale significato della parola
Lo scrittore americano Gore Vidal confessa nella sua autobiografia, che s’intitola ”Palinsesto”, di aver scoperto solo di recente il reale significato della parola. E cioè: materiale ripulito dopo essere stato scritto, e poi riscritto, reimpiegato una seconda volta (e talora, dopo un’altra ripulitura, una terza), ma che, pur raschiato o lavato, continua a conservare tracce della prima scrittura, così che diverse scritture vi risultano stratificate. Questa pratica, già in uso presso i Greci e i Romani, diventa abituale nel Medioevo, per due ragioni fondamentali: la scarsità di materia prima, la pergamena, e la possibilità di averne a disposizione più in fretta, saltando tutte le procedure che richiedeva la preparazione di una pelle animale non trattata. Manoscritti antichi, mutilati dal tempo e dall’uso, ritenuti inutili o dannosi o scritti in lingue incomprensibili, venivano sistematicamente smembrati, e i loro fogli, ripuliti, servivano da supporto per nuove scritture. Oggi le tecniche di recupero del testo originario hanno consentito di riportare alla luce una copia del X secolo del trattato di Archimede sui corpi galleggianti (ricoperta, nel XII secolo, da un libro di preghiere). Le procedure, raffinatissime, utilizzano la tecnica fotografica analogica e l’elaborazione digitale dell’immagine: in pratica, la scrittura superiore del palinsesto viene sbiadita al massimo, quasi annullata, per far emergere quella inferiore. Nessun rischio per il manoscritto, a differenza che nel passato. Nell’Ottocento, ad esempio, per leggere in controluce i palinsesti si adoperavano la tintura di noce di galla e altri reagenti di varia composizione, che davano buoni risultanti ma avevano un’azione devastante sulla pergamena. Più tardi vennero utilizzate le lampade ai raggi ultravioletti, che non mettevano a rischio l’integrità del manoscritto ma non sempre davano risultati efficaci.