20 novembre 2000
Il cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, ai partecipanti della quindicesima conferenza internazionale ”Salute e società”: "Solo oggi, a Duemila anni dalla nascita di Cristo, siamo in grado di descrivere tutte le tappe del processo dello sviluppo dell’embrione"
Il cardinale colombiano Dario Castrillon Hoyos, ai partecipanti della quindicesima conferenza internazionale ”Salute e società”: "Solo oggi, a Duemila anni dalla nascita di Cristo, siamo in grado di descrivere tutte le tappe del processo dello sviluppo dell’embrione". "Duemila anni fa un ovulo è stato fecondato prodigiosamente grazie all’azione soprannaturale di Dio" "Questa meravigliosa unione produsse uno zigote con una dotazione cromosomica propria. In questo zigote c’era il verbo di Dio, c’era la salvezza degli uomini". "Circa sette giorni dopo si realizzò l’impianto del blastocito nella mucosa dell’endometrio e Dio si ridusse a quella piccola cosa che è un embrione umano. Ma quell’embrione era già il figlio di Dio, la salvezza dell’uomo". "Nel primo mese della gravidanza, quando il feto aveva raggiunto mediamente una dimensione tra gli otto millimetri e un centimetro e mezzo, il cuore di Dio cominciò a battere grazie alla forza del cuore di Maria e cominciò a utilizzare il cordone ombelicale per alimentarsi attraverso sua madre, la Vergine Immacolata". "Il Verbo di Dio era assolutamente dipendente da un essere umano, ma possedeva una totale autonomia genetica". "Dovevano tuttavia passare nove mesi durante i quali il Verbo di Dio galleggiò nel liquido amniotico, protetto e alimentato nella placenta, prima di nascere a Betlemme e vedere il primo volto umano, certamente quello di sua madre". "Ora che la medicina è riuscita a penetrare il segreto della trasmissione della vita, ora che stiamo facendo grandi progressi nella tecnica e nella scienza medica, cerchiamo di progredire anche nel rispetto di questo meraviglioso dono di Dio". "Questo sforzo scientifico non servirebbe a nulla se non si traducesse in un servizio più completo nei confronti di ogni essere umano e nel rispetto della sua integrità". Bruno Bartoloni sul Corriere della Sera del 17/11/2000 a pagina 19.