Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2000  novembre 23 Giovedì calendario

Milano. "I tempi cambiano. Il progresso agevola la middle class. La rafforza nei suoi godimenti massimi e minimalisti: il videoregistratore, Internet, la station Wagon di seconda mano per il gommoncino di terza, la Madunina illuminata come Dio comanda, una domenica all’Ikea

Milano. "I tempi cambiano. Il progresso agevola la middle class. La rafforza nei suoi godimenti massimi e minimalisti: il videoregistratore, Internet, la station Wagon di seconda mano per il gommoncino di terza, la Madunina illuminata come Dio comanda, una domenica all’Ikea. Milanesi stronzissimi che siamo". "La strepitosa teoria dei Palazzi nobiliari sette-ottocenteschi di corso Venezia, austeri, irraggiungibili, imponenti. E il suo proseguimento verso la periferia: l’infinito bailamme di corso Buenos Aires, che i milanesi, chissà perché, hanno sempre chiamato Buenesàires, tanto per aggiungerci qualcosa di loro. E’ il corso più newyorkese d’Italia. Con il traffico insopportabile di uomini e di auto, con i negozi a soffocarsi e nutrirsi vicendevolmente, come nelle giungle più inospitali e più sognate. E le razze, tante, sempre di più. Sublime, inevitabile e – perché no – esaltante punto di non ritorno di questa società globale senza più confini. Corso Buenos Aires come la Sesta, la Settima Avenue, a essere megalomani". "Ci piace molto vicolo Dei Lavandai, monumento necessario alla Milano che se n’è andata. C’è l’antico lavatoio, sopravvive. Da quelle parti capita di bere ottimo vino senza sentirsi neanche troppo pirla".