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 2000  novembre 21 Martedì calendario

Il technostress è la nuova malattia del lavoro, già autodiagnosticata da milioni di persone in America e altri Paesi, in arrivo in Italia con la diffusione di computer e Internet

Il technostress è la nuova malattia del lavoro, già autodiagnosticata da milioni di persone in America e altri Paesi, in arrivo in Italia con la diffusione di computer e Internet. E’ causato dai continui piccoli incidenti e contrattempi tecnici e dalle mille informazioni che quotidianamente si rovesciano da computer e cellulari, provocando, secondo analisi ormai accertate di medici e psicologi, ansia permanente, insonnia e mal di testa. Il libro che ha lanciato il termine si intitola "Technostress: Coping with Technology@Work@Home@Play@. L’hanno scritto Larry Rosen e Michelle M. Weill, professori di psicologia californiani. Ma il primo a chiamarlo così già sedici anni fa è stato il loro collega Craig Brod. Sua la definizione di technostress: "Malattia moderna causata dall’inabilità ad avere a che fare in modo sano con le nuove tecnologie. Si manifesta in due modi distinti e correlati: il rapporto conflittuale con la tecnologia dei computer, e l’iper-identificazione nella tecnologia dei computer". Insomma, chi non riesce a padroneggiare macchine e programmi e uso del Web, e chi si coinvolge talmente da diventarne schiavo. Sta al computer anche a casa, tiene il cellulare acceso in mezzo alle montagne, comunica prevalentemente via e-mail. Secondo una ricerca, di tecnostress soffre il 59 per cento degli americani. Solo il 10-15 per cento degli impiegati e dei manager adotta lietamente le nuove tecnologie. Gli altri sono al 50-60 per cento dei "Prove-its", gente non prevenuta ma che può avere crisi di sconforto per messaggi sullo schermo tipo "questo programma ha eseguito un’operazione non valida e sarà terminato". Il restante 30-40 per cento è fatto di "resistenti": persone che evitano i nuovi mezzi e i nuovi software più che possono. Sono i più a rischio di crisi di nervi e impulso a spaccare il computer. Primo sintomo, l’ansia: che genera irritabilità, mal di testa, incubi. Nei casi peggiori, anche ipertensione, problemi cardiaci e crollo emotivo sul lavoro. Succede soprattutto ai babyboomers, i trenta-quarantenni cresciuti quando i computer in casa non c’erano. I più giovani, infatti, minimizzano o disprezzano. Ci si cura tenendosi lontano dalle macchine appena possibile. Computer e Internet sia in ufficio che a casa, infatti, abbattono i confini tra lavoro e vita privata. Il consiglio è di fare altro, durante il tempo libero. Stare con i propri cari, passeggiare senza il cellulare, leggere. Anche guardare la tivvù va bene. E poi non portare il pc in camera da letto, non aprire subito le e-mail. Insomma, abbassare il livello di technostress.