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 2000  novembre 17 Venerdì calendario

La candidatura di Dario Fo a sindaco di Milano ha suscitato molteplici reazioni. Non tutte favorevoli

La candidatura di Dario Fo a sindaco di Milano ha suscitato molteplici reazioni. Non tutte favorevoli. E’ contentissimo il ministro dell’Agricoltura, il verde Alfonso Pecoraro Scanio, per il quale "si tratta finalmente di una candidatura allegra, in mezzo a tante facce tristi. E poi, dico, è un premio Nobel. Meglio di così...". E poi ci sono i vantaggi pratici: "Il suo nome è così facile e breve che nessuno si potrà sbagliare". Se la cava con una battuta l’attuale sindaco di Milano Gabriele Albertini: "Varrebbe la pena di votarlo solo per sentire il suo discorso in grammelot". Più caute le reazioni del centro sinistra, che non mette in discussione la statura del candidato ma si preoccupa per l’eventuale perdita dei voti dei moderati. Carlo Leoni dei diessini prende le distanze: "E’ un affare dei compagni milanesi, io come romano non posso esprimere un giudizio". Da Milano il capogruppo al Comune Valter Molinaro conferma: "E’ un ottimo artista, però non conosciamo le sue qualità di amministratore", mentre Marida Bolognesi dei Comunisti unitari invita a "riflettere con l’aiuto della base". Soddisfatto Fausto Bertinotti ("E’ veramente una candidatura interessante, una personalità di rilievo che conosce Milano e la sua storia fino in fondo. Perché no?"); con lui si schiera Rifondazione, che gradisce apertamente la scelta di un nome a effetto e molto in sintonia. Il segretario provinciale di Milano, Bruno Casati, prende atto della disponibilità di Fo. E Niki Vendola ha accenti lirici: "E’ una scelta commovente, con lui si unisce Milano all’Europa". Tiepido, invece, Armando Cossutta, che concede al massimo un "vedremo", e perplesso anche il compagno di partito Marco Rizzo: "Il problema è raccogliere il massimo dei consensi. Perché se il centro si sfila tutto diventa più difficile". Tra le file centriste, infatti, i maggiori dubbi. Il capogruppo dei popolari Antonello Soru ironizza: "Davvero un colpo di teatro. Ma qui si tratta di amministrare una città, non un’équipe di commedianti". Ironia condivisa da Rosy Bindi: "Una mossa azzeccata: così andiamo a perdere tutti i voti dei moderati. Con questi qui non ci si capisce più niente". Battuta per battuta arriva anche quella di Mastella: "Sì, Dario Fo va bene. Però per fare il capolista di Rifondazione". Vere e proprie frecce avvelenate, invece, dal centro destra. Il presidente della Lombardia Roberto Formigoni è convinto che "anche in quel caso vincerà Albertini". Per An parla il responsabile degli Enti locali Marco Zacchera: "Siamo come nelle cene medioevali, dove alla fine si chiamava il giullare di corte". Ma anche per il cantautore Roberto Vecchioni la scelta di Fo non è felice: "Dario è un poeta, un ragazzo, non deve andare a battaglia direttamente. Lui è un simbolo, qualcuno da cui prendere ossigeno".