23 novembre 2000
I siti dell’Istituto Cavazza di Bologna e della Fondazione Enzo Galliano di Catanzaro sono stati bloccati in seguito alla protesta di alcuni dei più importanti gruppi editoriali italiani (Rizzoli, Mondadori, Longanesi)
I siti dell’Istituto Cavazza di Bologna e della Fondazione Enzo Galliano di Catanzaro sono stati bloccati in seguito alla protesta di alcuni dei più importanti gruppi editoriali italiani (Rizzoli, Mondadori, Longanesi). I siti in questione mettevano a disposizione dei non vedenti oltre 1300 testi di narrativa e saggistica, e proprio per questo gli editori li hanno accusati di infrangere la legge sul copyright. I non vedenti, negli ultimi due anni, avevano potuto usufruire di una biblioteca molto più vasta di quella disponibile su carta, e sicuramente molto meno ingombrante (basti pensare che la sola Divina Commedia in versione Braille è formata da 18 volumi). I libri venivano scannerizzati e trasformati in testi elettronici grazie all’opera di volontariato svolta dai detenuti ex-Br del carcere di Opera. Questi testi potevano poi essere facilmente letti grazie a due apparecchi: il traduttore Braille e il traduttore vocale. Il primo ha una tastiera speciale composta da aghi che si sollevano automaticamente traducendo, riga per riga, nel linguaggio dei ciechi il testo riportato sulla pagina web. Il traduttore vocale, invece, è simile a un sintetizzatore che legge il testo sullo schermo, descrivendo eventuali immagini e segnalando links. Grazie alla combinazione di questi due sistemi, i non vedenti sono anche in grado di navigare in Internet e di gestire una propria casella di posta elettronica. La protesta degli editori nasce dal fatto che, attraverso questi siti, anche i vedenti potrebbero gratuitamente accedere a libri messi a disposizione dai due Istituti, anche se le operazioni necesarie sono lunghe ed economicamente poco convenienti. Le parti, tuttavia, stanno raggiungendo un accordo e i siti potrebbero essere riaperti in breve tempo (prima saranno però introdotte misure maggiormente cautelative del copyright degli editori, e finalizzate all’utilizzo da parte dei soli non vedenti). Michele Smargiassi, La Repubblica 22/11/2000