Gian Carlo Calza, Il Sole 24 Ore, 19/11/2000 Donatella Trotta, Il Mattino, 22/11/2000, 19 novembre 2000
Lo scrittore Yukio Mishima si uccise infilandosi la spada nel basso ventre, squarciandosi da destra a sinistra (rituale del harakiri)
Lo scrittore Yukio Mishima si uccise infilandosi la spada nel basso ventre, squarciandosi da destra a sinistra (rituale del harakiri). Subito dopo un suo discepolo lo decapitò, suicidandosi a sua volta. Questa la scena ripresa dalle televisioni nel quartier generale dell’armata orientale il 25 novembre del 1970 (Tokio). Poche ore prima aveva consegnato al suo editore la tetralogia ”Il mare della fertilità”: "L’opera in cui ho riversato tutto ciò che ho imparato come scrittore, una volta terminata, l’unica cosa che posso fare è morire". Mishima Yukio è uno pseudonimo; Hiraoka Kimitake lo scelse quando, nel 1941, pubblicò ”Foresta in fiore” (suo primo romanzo). Non voleva andare apertamente contro il volere del padre, che per lui vedeva un futuro da alto funzionario dello Stato. Pur essendo un samurai, Mishima ha vissuto la sua infanzia all’ombra di figure femminili: la nonna malata con cui condivise la stanza fino ai dodici anni, la mamma, la sorella. Era uno scrittore, ma frequentava solo uomini d’affari e militari. Aveva un fisico minuto ( fu riformato dall’ Esercito nipponico nel 1944) ma lavorò tantissimo per renderlo prestante. La Mondadori, ripubblicando le sue opere più importanti, ha raccolto due dialoghi di Mishima con Furubayashi Takashi (critico letterario) e Kobayashi dell’Agosto 1970 (Le ultime parole di Mishima). Una frase dai nastri da cui è stato tratto il libro: "Si, sognare di raggiungere l’assoluto, sognare, ma poiché questo sogno è romantico non può essere realizzato. L’mpossibilità di tale realizzazione è l’arte, la possibilità di tale realizzazione è l’azione. Questa è la via della penna e la spada. Il raggiungimento dell’assoluto è la morte.Non c’è altra strada".