Avvenire del 28/11/2000 a pagina 27., 28 novembre 2000
All’inaugurazione dello stadio Testaccio (appena ristrutturato), c’era anche Giulio Andreotti, da sempre tifoso romanista, che ha ricordato alcuni episodi della sua infanzia: «Quando pioveva, la vernice rossastra delle tribune di legno lasciava tracce
All’inaugurazione dello stadio Testaccio (appena ristrutturato), c’era anche Giulio Andreotti, da sempre tifoso romanista, che ha ricordato alcuni episodi della sua infanzia: «Quando pioveva, la vernice rossastra delle tribune di legno lasciava tracce. Così spesso tornavo a casa con i pantaloni sporchi: mia madre si scocciava molto, ma rispettava la priorità romanista». «Di soldi a quei tempi ce n’erano pochi, ma le due lire per il posto dietro la porta le trovavo sempre. Si stava attaccati al campo, si viveva la partita come un sogno. Erano momenti di gioia intensa, i giocatori già allora erano idoli: quando venivano a mangiare dalle parti di casa mia, nel ristorante della Sora Emma a Piazza Firenze, era una festa per tutto il quartiere».