Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2000  novembre 16 Giovedì calendario

Carlo Bergonzi, bussetano di origini (è nato a Vidalenzo di Polesine, una frazione a pochi chilometri di Busseto, nel 1924), è il ”tenore verdiano del secolo” (la definizione è di un giornale americano)

Carlo Bergonzi, bussetano di origini (è nato a Vidalenzo di Polesine, una frazione a pochi chilometri di Busseto, nel 1924), è il ”tenore verdiano del secolo” (la definizione è di un giornale americano). La sua carriera iniziò con un ”Trovatore” allestito in un teatro di paese. Allora Bergonzi era smilzo, aveva sette anni e gli teneva la mano il nonno: ”Ascoltai ’Di quella pira’ e sentii la musica entrarmi dentro. La mattina dopo mi misi in testa lo scolapasta a mo’ di elmo e brandii il mattarello della pasta come una spada. Fu la prima volta che cantai Verdi”. 49 anni dopo consegue il premio più prestigioso che un cantante possa desiderare, il Gramophone, l’equivalente dell’Oscar nel cinema. E’ l’unico al mondo ad aver inciso e cantato tutte le opere verdiane: ”Io Verdi me lo sono sempre immaginato musicista-contadino. Era un uomo profondamente radicato alla terra. Credo che abbia molto amato: le sue erano passioni estreme, assolute. Se così non fosse, non avrebbe potuto scrivere certe pagine di musica”.