Alessandra Pieracci, La Stampa del 29/11/00 pagina 5, Pino Ciociola, Avvenire del 29/11/00 pagina 5, Alberto Puppo, La Repubblica del 29/11/00 pagina 4., 29 novembre 2000
Il Ministro Umberto Veronesi ha aperto a Genova la III Conferenza nazionale sulla droga. Il suo è stato un intervento da tecnico medico con tanto di dati alla mano
Il Ministro Umberto Veronesi ha aperto a Genova la III Conferenza nazionale sulla droga. Il suo è stato un intervento da tecnico medico con tanto di dati alla mano. Innanzitutto ha chiarito che: ”Il proibizionismo non evita i danni per i quali è deciso, ma ne crea di peggiori: criminalità, mercato nero, prostituzione” per poi continuare sulle effettive conseguense nell’uso delle droghe . ”Le statistiche epistemiologiche dimostrano che la mortalità per droghe leggere è uguale a zero, che non danno assuefazione e che non sono il tanto temuto ponte di passaggio alle droghe pesanti quali l’eroina”. – Fuma o ha fumato uno spinello uno studente su tre”, – L’alcool uccide trentamila persone l’anno, il tabacco ottantamila. Di cannabis non è morto mai nessuno. Anzi, viene usata come terapia per i malati di tumore”. Veronesi ha classificato, poi, l’Ecstasy tra le droghe leggere – Perché non porta alla morte” e spiega a chi gli chiede delle morti avvenute in discoteca che ”In quei casi la sostanza era impura”. Passando ad affrontare il discorso dell’intervento possibile per arginare il problema droga, il ministro ha sottolineato la necessità di una ricerca clinica al passo con il fenomeno, perché – Esistono nuove metodologie di cura, come la somministrazione controllata di eroina già avviata in Svizzera, Olanda, Germania. Le ricerche in questi paesi hanno mostrato prospettive degne di attenzione: diminuzione di infezione da Hiv, di epatite, di morte di overdose, riduzione della microcriminalità”. Per l’ecstasy ( di cui ne esistono 62 forme diverse) Veronesi appoggia la campagna portata avanti dai tedeschi ”Nelle discoteche prelevano dai venditori queste sostanze e le analizzano”. Il ministro conclude considerando il drogato come un malato da curare: ”Lo si deve liberare dal grande rischio delle overdosi e dell’emarginazione totale. Se riusciamo a trovare un rapporto diretto con il drogato, il problema è risolto”. Il ministro della Giustizia Fassino ha affiancato Veronesi per la decarcerazione, ma non depenalizzazione , dei tossicodipendenti. Il primo intervento in tal senso, ha spiegato, potrebbe essere ”L’allargamento delle misure alternative di carattere terapeutico( dei 14.600 drogati solo 3.600 sono in comunità)” seguito da ”Il raddoppiamento dei parametri di deficit immunitario che consentono la decarcerazione per cura”. Le reazioni a questi due interventi vedono schierati alcuni rappresentanti della coalizione tra i proibizionisti e altri dell’opposizione tra gli antiproibizionisti. Il segretario del Ppi, Pieluigi Castagnetti, non ha usato mezzi termini: – Sono il segretario di un partito che fa parte della coalizione di governo e come tale dico a Veronesi: se la tua è una provocazione culturale la discuto. Ma se fosse una scelta, non sono disponibile, non ci sto. Diventa una resa dello Stato nei confronti del narcotraffico”. Sui dati presentati alla Conferenza sull’alcool e il fumo – Fortunatamente la droga non è così diffusa come il fumo e l’alcool. In ogni caso non c’è solo il parametro della morte per giudicare”. ”Il Ppi – spiega a chi sottolinea le sue divergenze con il ministro Veronesi ”E’ nel governo per fare una politica di riduzione del danno”. Sempre dal Ppi, Patrizia Toia( ministro dei rapporti col Parlamento) rimprovera a Veronesi di osservare gli effetti della droga ”Con l’occhio freddo dello studioso, dal vetrino di microscopio. Ma la droga non è solo un problema clinico”. Per Toia la somministrazione controllata della droga non può convivere con i tentativi di recupero nelle comunità perché – Se ammetti che si possa vivere con la droga, perché è più comodo, più facile per lo Stato, delegittimi chi si sforza con fatica a combatterne l’uso. Un grande medico dovrebbe avere l’umiltà di dire che la medicina arriva ad un certo punto, poi c’è bisogno d’altro”. Martino, è per la liberarizzazione – Il proibizionismo ha prodotto risultati inaccettabili” dice, ”Se si vuole affrontare sul serio il problema, si devono far sparire i profitti del commercio di stupefacenti”. Elvio Damoli, direttore della Caritas , pur non condividendo il parere di Veronesi sulle droghe leggere( lo reputa pericoloso)è d’accordo sulla decarcerizzazione. Tra gli irriducibili per la liberalizzazione, la Bonino, che si congratula con Veronesi, ma vuole che si passi ai fatti. Tra gli intramontabili contro, la Mussolini, che non si spiega come Veronesi possa conciliare la lotta per i danni prodotti dalle sigarette con la campagne liberizzatrici in tema di droga. Maurizio Gasparri convinto che ”Veronesi è più utile a combattere il cancro che la droga”e Fini che per aiutare i tossicodipendenti ha in mente tre azioni ”Prevenzione, repressione, recupero”. Per Maroni che cel’ha con Fassino, invece, ”La proposta di rimettere in libertà i detenuti tossicodipendenti è una vera e propria amnistia mascherata, e come tale, va respinta”. Andrea Muccioli, uno dei rappresentanti delle comunità di accoglienza, non è andato a Genova perché pensa, (insieme a don Antonio Mazzi e a don Oreste Benzi),che – I contenuti della conferenza sono estremamente lontani dalla realtà e dai bisogni di centinaia di emarginati, tossicodipendenti e delle loro famiglie”.