Matteo Motolese su Il Sole 24 Ore del 26/11/00 a pagina 29., 26 novembre 2000
C’è un meccanismo in base al quale un’espressione oscura o solo orecchiata viene inconsapevolmente semplificata
C’è un meccanismo in base al quale un’espressione oscura o solo orecchiata viene inconsapevolmente semplificata. Ad esempio la parola ’ciarlatano’ è una storpiatura, per vicinanza con ’ciarlare’, di ’cerretano’ (da Cerreto di Spoleto, dove nacquero, nel Medioevo, i primi venditori ambulanti). Altre volte, più che di scorciatoie, si tratta di vere e proprie deviazioni scaramantiche. E’ il caso di ’bonaccia’, derivata dal latino ’malacia’ (greco ’malakìa’ ’calma di mare’). Siccome faceva venire in mente ’malus’, il termine ’malacia’ è stato sostituito da ’bonaciam’, da cui il nostro ’bonaccia’. Un analogo procedimento è anche alla base di molti toponimi. Per esempio Benevento, che in origine si chiamava ’Maleventum’, è stata ribattezzata ’Beneventum’ dai Romani vittoriosi su Pirro. Non si tratta solo della nascita di nuove parole. L’errata interpretazione etimologica ha avuto anche effetti culturali. La vicinanza di suono tra Afrodite e ’aphròs’ (’spuma del mare’ ) ha spinto i Greci a fantasticare su una nascita della dea dalla schiuma del mare. In realtà, sembra che Afrodite sia l’adattamento di un nome fenicio che nulla ha a che vedere con i flutti. Nel lessico religioso, alcuni Santi capaci di compiere gli stessi miracoli sono stati battezzati con nomi diversi a seconda dei paesi d’origine. Per guarire i mali della vista ci si appella in Francia a Sainte Claire (francese "clair", "chiaro"), in alcune zone della Germania a Sankt Augustin (tedesco "augen", "occhi"), in Italia a Santa Lucia (latino ’lux’ ’luce’).