Viviano Domenici, Corriere della Sera, 03/12/2000; pag.26, 3 dicembre 2000
I trentamila indios Guaranì che vivono in Brasile sono uno dei popoli col maggior numero di suicidi al mondo: tra il 1986 e il 1999 sono stati trecentoquattro; più di uno a settimana nel solo 1995
I trentamila indios Guaranì che vivono in Brasile sono uno dei popoli col maggior numero di suicidi al mondo: tra il 1986 e il 1999 sono stati trecentoquattro; più di uno a settimana nel solo 1995. A suicidarsi (avvelenandosi, impiccandosi o sparandosi con un fucile) sono soprattutto i bambini e i ragazzi. La causa va individuata nella progressiva disgregazione sociale determinata dall’occupazione delle terre indie da parte dei bianchi. Il Brasile è, infatti, uno dei due Paesi dell’America Latina (l’altro è il Suriname) a non riconoscere alle popolazioni native alcun diritto di proprietà sulle terre su cui pure vivono da diecimila anni. Per le leggi Brasiliane gli indios sono «minorenni» e quindi non possono possedere terre e devono viere in riserve dette «aree indiane». Gli indios brasiliani oggi sono trecentocinquantamila (erano cinque milioni nel 1500), sono suddivisi in 215 popoli e cinquanta gruppi non hanno ancora mai avuto contatti coi bianchi.