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 2000  dicembre 04 Lunedì calendario

Marco Giusti raccoglie le frasi celebre di Totò

Frasi celebri di Totò, contenute nel libro di Marco Giusti "Totò si nasce" Mondadori 2000. «Oh, io nella vita ho fornicato sempre. Mi chiamavano il fornichiero» (da "Totò all’inferno") «Tra il dire e il fare c’è di mezzo vostro marito» (da "I pompieri di Viggiù") «Visto che ho un corpo, ho bisogno di una corpa. Mi sono spiegato?» (da "Totò nella Luna") «la donna è mobile e io mi sento un mobiliere» ("Un turco napoletano") «Come mi permetto io? ma come si permette lei! Lo vede come si veste, lei? ma non lo vede che lei esgera, che abusa, che straripa? Per chi mi ha preso, lei? Per uno di quelli? Ma lo sa che io sono uno di questi?» ("Tempi nostri") «In spagna cica significa ragazza? ma allora io mi trasferisco in Ispagna e raccoglierò tutte le ciche che trovo per strada» ("Totò, Eva e il pennello proibito") «Baccanali, sempre baccanali all’egiziana, mai che mi dessero un pezzetto di baccanale alla livornese» ("Totò e Clepatra") «A casa nostra, nel caffellatte non ci mettiamo niente: né il caffè né il latte» ("Miseria e nobiltà") «Hai fame? Bene, bravo, è segno di salute. Fatti una bella bevuta d’acqua fresca. L’acqua contiene calcio e vitamina A: A sta per acqua» ("Totò, lascia o raddoppia") « Io non faccio il cascamorto, se casco, casco morto per la fame» ("Miseria e nobiltà") « In pompa magna no: io non pompo e non magno» ("Totò contro Maciste") «Queste ostriche puzzano. Dite che sono venute da Taranto? Allora sono venute a piedi, facendo una puntatina a Gorgonzola. Comunque, che puzzino o no, per me fa lo stesso» ("Totò cerca moglie") «Questa è una ciofeca: non è un caffè, è una ciofeca. E allora ditelo che è una ciofeca! E non scrivete "Caffè dello sport": scrivete "Ciofeca dello Sport!"» ("I due marescialli") «Sono un uomo della foresta, nel mangiare mi contento di poco. A me mi bastano due banane, qualche nocciolina, un’aragosta, ma piccola, un pollo lesso, un pollo alla cacciatora con qualche animella e tartufi. Dolce, vino, formaggio e caffè. Mi creda, caro Micozzi, io sono vegetariano» ("Tototarzan") «Altro che colomba di Picasso! Io c’ho una gallina ciociara che mi fa l’ovetto tutti i giorni» ("Totò, Peppino e la dolce vita") «Come nascio io? Eh...nascio...nascio come nasciono gli altri, no?» ("Totò a colori") «Permettete una confidenza? Io l’ombelico ce l’ho sul collo: sono nato settimino» (Tototarzan") «La mia faccia non mi è nuova, ce l’ho da quando sono nato» ("Fermo con le mani!") «Vuole vedere il mio curriculum? ma qui, davanti a tutti? No, non posso...ci sono delle signore» ("Il tuttofare") «Sono bello, piaciucchio, ho il mio sex appello» ("Totò sceicco") Sono un morto fresco, un morto di giornata» ("Totò all’inferno") «Sono un signore napoletano, abbastanza triste, che sogna di essere Totò» «Sono caduto e mi sono fatto male al Vòmero» ("Totò d’Arabia") «I milanesi defunti ogni anno all’inferno organizzano la bolgia campionaria. Io sono napoletano e, tutt’al più, posso organizzare una bolgetta di sfogliatelle» ("Totò all’inferno") «Se avessi avuto un pizzico di fortuna suonerei in piazza, sarei un direttore di banda, come Arturo Toscana, Toscanini, Toscanelli...come si chiama, certo è vero che a me questi toscani mi fanno ridere. Vuoi mettere l’orecchio musicale dei napoletani!» ("Totò le Mokò") «Quest’alta Italia è una rovina! Tu guarda se è giusto patire tanto freddo. A Napoli è tutta un’altra cosa» «Il pericolo ci sovrasta, in questo ufficio c’è uno iettatore. non uno iettatore da poco, ma uno iettatore ereditario. Il nonno era imbarcato sul Titanic e fu l’unico superstite del naufragio; lo sbarcarono a Messina e la notte stessa venne il terremoto. saranno coincidenze che coincidono, ma una coincidenza oggi, una coincidenza domani...» ("Chi si ferma è perduto") «A me mi porta male il 13, ma anche il 14, il 15 e il 17. peggio di così non può andare» ("Il monaco di Monza") «Ebbene sì: io porto scalogna, sono scalognato. Dove passo io non cresce più nemmeno un filo d’erba. Lo sai chi sono io? Sono come Atilia! Ha capito?» ("Risate di gioia’) «Iellato io? Ma se avevo uno zio con una gobba che era una bellezza!» ("Totò al giro d’Italia") «La Smorfia la porto sempre meco, la so a memoria. caciocavallo fa 54, due caciocavalli fanno 108» ("Totò e Peppino divisi a Berlino") «Lo iettatore in fondo è un povero disgraziato, un invidioso, un frustrato che rovescia sugli altri la propria insoddisfazione. Tuttavia è pericoloso e allora bisogna debellarlo. Come? La prima regola è quella di non irritarlo, di dimostrargli sempre la massima cortesia. Lui vi guarda storto? E voi rispondetegli con un sorriso. Lui vi dice una frase maligna? E voi replicate: "Amico mio, quanto sei caro. Dimmi che cosa posso fare per te". Lo so, è dura, ma la guerra è guerra e non si può andare troppo per il sottile. Un’altra preoccupazione importante è quella di ridurre al minimo i contatti col menagramo di turno: a volte anche una stretta di mano può essere pericolosa» «Io sono maledettamente superstizioso. Quand’è martedì e venerdì, 13 o 17, può cadere il mondo, mi chiudo in casa. Mi portano una iella! Sono religioso! Religiosiossimo. Vado a Messa, mi comunico, e ci credo. Pensi che volevo fare il prete da giovane. E la dico di più: se i frati potessero avere le donne, mi farei subito frate, e sarei un ottimo frate. Non bevo, non bestemmio, non sono geloso, i dolci non li mangio mai, non conosco le carte. Infatti abbandonai l’idea di diventar prete quando scappai con una canzonettista a vent’anni. ma che ci vuole fare? Io quell’affare della castità non lo capisco. Lo trovo così disumano, innaturale. Il Cielo, tuttavia, guai a chi me lo tocca» «Come? Non sono un monaco vero? Come si permette di dire questo? Lei guardi sulla Guida Monaci e vedrà che mi trova...» ("Il monaco di Monza") «Sant’Agostino mio bello, mia moglie adesso non c’è...Tu che sei il protettore dei contribuenti, illuminami. Un’illuminata, che ti costa?» ("I tartassati") «Sono nei guai: San Gennaro, nubile e martire, aiutami tu» ("Che fine ha fatto Totò Baby?") «Io sono integro e puro, sia di corpo che di spirito: non ho commesso peccati né di carne né di pesce» ("Totò le Mokò") «13 giugno. Sant’Antonio. Con tanti giorni che ci stanno in un mese proprio quello mi doveva capitare» «Ho avuto due mogli, la prima era tifosa di Sant’Antonio, la seconda faceva la battona» ("Che fine ha fatto Totò Baby") «Le mie preferenze vanno a Sant’Antonio, quello con il giglio» «A proposito di politica, ci sarebbe qualche coserellina da mangiare?» ("Fifa e arena") «Il potere puzza» «Il mio autista è napoletano, comunista, monarchico e devoto a San Gennaro» «Io? Socialdemocratico monarchico repubblicano» ("Totò cerca casa’) «Schizofrenico? No, no: io sono democratico-napoletano» ("Totò a Parigi") «Non sono esistenzialista, sono romanista democratico, ma qualche volta tifo per il Napoli» ("Totò all’inferno") «Do ut des, ossia tu dai tre voti a me che io do un appalto a te» ("Gli onorevoli") «Terra ai contadini, ferrovie ai ferrovieri, cimiteri ai morti» ("Tototarzan") «E ammettendo anche che io, per democrazia cristiana, volessi dirigere questa banda, questa bandaccia...» ("Totò a colori") «A Napoli, durante le ultime elezioni politiche, ci furono cinquanta morti e trecento ammalati di prognosi riservata, un’epidemia sul tipo del colera. A Roccasecca invece, ci fu solo un morto, un morticino macilento. E che ci voleva fare? Non tutti i paesi sono progrediti» ("Il medico dei pazzi") «Un usciere l’hanno fatto cavaliere... e io sono quindici anni che ho fatto la domanda! Poi si dice che uno si butta a sinistra» ("Totò e i re di Roma") «Non distinguo la tosse monarchica da quella repubblicana, è un lapis politico» ("Totò terzo uomo") «Onorevole, mi dispiace, ma lei non ha capito niente. scusi, non si offenda: non è per lei. Sì: all’estero ci sono dei ministri che non capiscono niente...Ma qui in Italia è tutta un’altra cosa. Il nostro paese è un paese di navigatori, di santi, di poeti e di sottosegretari. Sì qualcuno di questi ci può essere che non capisce niente...Ma non è il caso suo...» ("Lo smemorato di Collegno") «Qui in Italia da noi succedono cose pazzesche, i partiti spuntano come funghi. ne avevano già diciotto, e con questo diciannove. Votantonio votantonio, votantonio» ("Gli onorevoli") «Io da bambino ho avuto la meningite. Con la meningite o si muore o si rimane stupidi. Io non sò morto» ("Dal primo provino di Totò") «Sprizzo salute da tutti i pori, sono uno sprizzatoio» ("Totò cerca moglie") «Il mondo è pieno di pazzi, un poco lo sono pure io, modestamente» ("Il medico dei pazzi")