Cinquantamila.it La storia raccontata da Giorgio Dell'Arti

Gli inventori della scrittura furono davvero i sumeri? Fino ad oggi, nei libri di scuola, abbiamo letto che "la scrittura venne inventata dai Sumeri, in Mesopotamia, attorno al 3300 a.C., come risposta alle esigenze economico amministrative delle nascenti Città-Stato dei Sumeri". Negli ultimi anni, tuttavia, nuove scoperte archeologiche hanno fatto vacillare le vecchie certezze, e pochi mesi fa la culla della scrittura - almeno come ipotesi - era stata spostata in Egitto e invecchiata di quasi un secolo. Adesso il professor Harald Haarmann del "Research Centre on Multilingualism" di Bruxelles sostiene che debba essere spostata addirittura in qualche luogo dei Balcani, in piena Europa, dove gli uomini avrebbero cominciato a scrivere verso il 5500 a.C. (oltre duemila anni prima di quanto affermato fino ad oggi). Questa teoria, presentata venerdì 27 ottobre durante il convegno "Origini della scrittura" organizzato dalla banca Popolare di Milano, è stata accolta dagli altri relatori con accademico silenzio. In effetti ha molti aspetti ancora da chiarire, ma anche spunti di grande interesse. Harmann, che riprende uno studio dell’antropologa Marija Gimbutas, ha illustrato la sua tesi mostrando alcuni segni che compaiono su piccoli oggetti rinvenuti in Tartaria (Romania), Serbia, Macedonia e Bulgaria, in gran parte riferibili alla cultura detta di Vinca: segni angolosi o riccioluti incisi nella creta di piccoli oggetti votivi come vassoi, figurine femminili e fusi di lana già associati dalla Gimbutas al culto della Grande Madre. Questa proto-scrittura, sostiene Haarmann, ebbe vita lunghissima, tanto che fu utilizzata nel nord della Grecia fino al 3200 a.C ed influenzò fortemente il Lineare A di Creta (il raffronto tra i caratteri individuati nei Balcani e quelli del Lineare A dimostrerebbe che il 60 per cento deriva direttamente dalla più vecchia scrittura europea).