Denise Schmandt Besserat su la Repubblica del 27/10/00 a pagina 56, 27 ottobre 2000
L’astrazione dei numeri "Un quinto inventore, verso il 3100-3000 a. C., usò uno stilo appuntito per tracciare, più che imprimere i segni
L’astrazione dei numeri "Un quinto inventore, verso il 3100-3000 a. C., usò uno stilo appuntito per tracciare, più che imprimere i segni. I segni incisi permettevano di illustrare accuratamente la forma esatta anche dei gettoni più complessi e dei loro specifici marchi. Questo quinto inventore, oltre a mutare ulteriormente la configurazione dei segni da impressi a incisi fece assai di più. I segni incisi non erano mai ripetuti in corrispondenza uno a uno. Il numero di giare di olio non fu più indicato dal segno di giara ripetuto tante volte quante erano le unità da registrare. Il segno di giara era preceduto da numerali, ossia segni di numeri astratti. Mentre i gettoni creavano un nesso inscindibile tra il concetto di uno e quello di unità di merce, dobbiamo al quinto inventore l’astrazione del concetto di numero da quello di articolo contato. Egli seppe usare le unità di grano per esprimere numeri astratti e diede perciò il significato di "1" all’impressione di un gettone a forma di cono, che prima indicava una piccola misura di grano e di "10" a quella di una sfera che rappresentava una grande misura di grano. Ne risultò una grande economia di segni: trentatré giare di olio erano espresse da sette segni invece che da 33. Più importante ancora, come risultato dell’astrazione dei numeri, i segni dei beni e quelli numerali potevano evolvere in modo separato. Scrivere e far di conto generarono da allora differenti sistemi semantici".