Piergiorgio Odifreddi sulla Repubblica del 25/11/2000 a pagina 48., 25 novembre 2000
La conquista di Costantinopoli del 1204 mise a disposizione dell’Occidente le reliquie consevate nei santuari di Bisanzio: comprate o trafugate dai crociati, andarono ad arricchire il patrimonio di meraviglie sacre conservate nelle chiese medioevali
La conquista di Costantinopoli del 1204 mise a disposizione dell’Occidente le reliquie consevate nei santuari di Bisanzio: comprate o trafugate dai crociati, andarono ad arricchire il patrimonio di meraviglie sacre conservate nelle chiese medioevali. Sterminato e sorprendente l’elenco, comprendente, per il Vecchio Testamento, la mensa di Abramo, la scure con cui Noè costruì l’arca, il ramoscello d’ulivo riportato dalla colomba dopo il diluvio, le tavole della legge e la verga di Mosè, la manna e l’arca della Santa Alleanza, tre delle trombe con cui Giosuè fece crollare le mura di Gerico, il trono di David. Passando al Nuovo Testamento, abbiamo: la mangiatoia di Betlemme, ampolle col latte della Madonna e l’ultimo respiro di san Giuseppe, il cordone ombelicale e otto prepuzi di Gesù Bambino, i suoi denti da latte più vari frammenti di unghie e peli di barba, le pietre su cui fu circonciso e battezzato, i 12 canestri della moltiplicazione dei pani, il calice dell’ultima cena, il catino con cui Cristo lavò i piedi agli apostoli e il panno con cui li asciugò, la clamide scarlatta, la corona di spine, lo scettro di canna, il flagello e le orme dei suoi piedi di fronte a Pilato, il dito che l’apostolo Tommaso mise nel costato, molti chiodi della croce e un numero enorme dei suoi frammenti di legno. «In miracoloso contrasto con essi, la croce tutt’intera, ritrovata nel 326 dalla madre di Costantino».