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 2000  novembre 25 Sabato calendario

Si ha notizia di 43 Sindoni. Alcune con immagini, altre no, molte andate distrutte per via di incendi

Si ha notizia di 43 Sindoni. Alcune con immagini, altre no, molte andate distrutte per via di incendi. Una, quella miracolosa di Besancon, fu distrutta per ordine del Comitato di Salute Pubblica durante la Convenzione Nazionale della Rivoluzione Francese. La Sindone di Torino, un telo di lino di circa quattro metri per uno, apparve per la prima volta nel 1353 presso Troyes, nel cuore della regione di Chartres e Reims. Il telo reca una doppia immagine, fronte e retro, di un cadavere nudo, rappresentato secondo i canoni e le proporzioni dell’arte gotica dell’epoca: figura rigidamente verticale, gambe e piedi paralleli, tratti del viso più caratterizzati di quelli del corpo. La presenza di segni di ferite in perfetto accordo con quelle menzionate nel racconto evangelico della passione fece supporre che potesse trattarsi di un’immagine impressa dal corpo del Cristo, stranamente mai menzionata nei testi sacri né rappresentatata iconograficamente nel primo millennio. Nel 1389, però, il vescovo di Troyes inviò un memoriale al papa, dichiarando che il telo era stato «artificiosamente dipinto in modo ingegnoso» e che «fu provato anche dall’artefice che l’aveva dipinto che esso era fatto per opera umana, non miracolosamente prodotto». Nel 1390 Clemente VI emanò quindi quattro bolle, con le quali permetteva che il telo fosse mostrato al popolo ma ordinava «di dire ad alta voce, per far cessare ogni frode, che la suddetta raffigurazione o rappresentazione non è il vero Sudario del Nostro Signore Gesù Cristo, ma una pittura o tavola». A questa testimonianza storica si aggiunse, nel 1978, la conferma scientifica della datazione al radiocarbonio effettuata da tre laboratori di Oxford, Tucson e Zurigo, su incarico della diocesi di Torino e del Vaticano: la data di confezione della tela si situa tra il 1260 e il 1390, e l’immagine non può essere anteriore.