Piergiorgio Odifreddi sulla Repubblica del 25/11/2000 a pagina 48., 25 novembre 2000
Com’è stata confezionata la Sindone di Torino? L’immagine è indelebile, essendo sopravvissuta sia a ripetute immersioni in olio bollente e liscivia (effettuate nel 1503) sia al calore di un incendio del 1532, che la danneggiò in più punti
Com’è stata confezionata la Sindone di Torino? L’immagine è indelebile, essendo sopravvissuta sia a ripetute immersioni in olio bollente e liscivia (effettuate nel 1503) sia al calore di un incendio del 1532, che la danneggiò in più punti. Inoltre, è negativa (le parti in rilievo sono scure, quelle rientranti chiare), unidirezionale (il colore non è spalmato), tridimensionale (l’intensità dipende dalla distanza tra la tela e la parte rappresentata) e ottenuta per disidratazione e ossidazione delle fibre. Qualunque calco sarebbe automaticamente negativo e unidirezionale. Per quel che riguarda la tridimensionalità, ci sono due possibilità. La prima: basta scaldare un bassorilievo metallico a 220 gradi e appoggiarvi brevemente un telo, per ottenere un’immagine del caratteristico colore giallastro della reliquia (lo stesso delle bruciature del ferro da stiro). La tridimensionalità invece è causata da una duplice trasmissione del calore: per contatto diretto in alcuni punti, per convenzione a distanza in altri. La seconda possibilità: l’impronta è stata ottenuta premendo il telo su un bassorilievo e strofinandoci sopra dell’ocra in polvere. Col tempo il colore si stacca, e lascia un’impronta fantasma residua come le foglie negli erbari.