Giovanni Mariotti sul Corriere della Sera del 18/11/2000., 18 novembre 2000
Brevi cenni su ”Baudolino” "Nato in una campagna povera, figlio di un contadino piemontese [...] Baudolino viene portato via ancora ragazzino da un cavaliere alemanno che si è perso in mezzo alle nebbie tra Bormida e Tanaro"
Brevi cenni su ”Baudolino” "Nato in una campagna povera, figlio di un contadino piemontese [...] Baudolino viene portato via ancora ragazzino da un cavaliere alemanno che si è perso in mezzo alle nebbie tra Bormida e Tanaro". In realtà, lo sconosciuto è Federico Barbarossa in persona. "L’imperatore, che non ha ancora figli, adotta Baudolino e se lo terrà caro finché vivrà; a occuparsi dell’educazione del ragazzo sarà Ottone di Frisinga, l’abate di Morimondo". Alla morte di Ottone, "Baudolino andrà a studiare a Parigi, dove condurrà vita da goliardo. Lì raccoglie le prime notizie intorno al Prete Giovanni, capo religioso nestoriano e insieme monarca di un misterioso paese orientale[...]. Quella storia incanta sia il giovane padano, sia i suoi compagni di studi e di goliardia; tanto che, per gioco, Baudolino, insieme agli amici, immagina e scrive una falsa lettera del Prete Giovanni a Federico Barbarossa. L’apocrifo diventa un elemento della propaganda imperiale: offrendo il modello di un re che è anche sacerdote, indica una via d’uscita ai conflitti tra Impero e Papato; e presto altri apocrifi fioriranno, trasformando l’inesistente re nestoriano in un testimonial importante, nel gioco politico che si svolge tra Bisanzio, Roma e la corte di Federico. Tornato a corte in qualità di ”ministeriale”, il padano Baudolino seguirà il Barbarossa nelle sue campagne italiane contro la Lega Lombarda. [...] Poi Barbarossa parte per la III Crociata; e Baudolino dietro, con sodali e compatrioti. Ma per lui la Crociata è solo un pretesto per andare verso Oriente, e quindi per avvicinarsi al Prete Giovanni: giacché Baudolino è un bugiardo e un falsario [...] ma non un cinico, ed è dunque esposto al pericolo di credere alle proprie bugie e falsificazioni, e di invaghirsene". Alla morte di Barbarossa "Baudolino continuerà la sua strada, sempre più lontano, incontrando gli esseri fantastici cari al Medioevo (sciapodi, blemmi, cinocefali...); e quando tornerà per qualche tempo a Costantinopoli [...] racconterà le sue avventure al grande storico bizantino Niceta Coniata [...] E così, appunto, inizia il romanzo di Umberto Eco".