Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2000  novembre 06 Lunedì calendario

Il giornalista Piero Ottone ha raccontato sul "Venerdì di Repubblica" i suoi primi approcci con il computer, al quale è approdato dopo una vita di fedeltà alla macchina da scrivere

Il giornalista Piero Ottone ha raccontato sul "Venerdì di Repubblica" i suoi primi approcci con il computer, al quale è approdato dopo una vita di fedeltà alla macchina da scrivere. La cosa che più lo infastidisce è il correttore automatico, che sottolinea in rosso tutti i suoi (presunti) sbagli di scrittura. Sua moglie, per esempio, si chiama Hanne, e per la macchina questo nome è un errore. «Mica posso cambiarglielo», protesta lui. Cambiarlo, in realtà, si potrebbe: in tutti i computer esiste un programma chiamato "ortografia e grammatica", che non si limita a segnalare gli strafalcioni, ma suggerisce anche le alternative. Siccome la parola Hanne non è sul vocabolario, il consiglio è di sostituirla con "Nanne, Panne o Canne". Piero Ottone, del resto, può dirsi fortunato, perché il suo cognome corrisponde a un sostantivo, a una «lega tra rame e zinco» e quindi non va incontro a censure. Il giornalista Giuliano Zincone, invece, viene puntualmente invitato a firmarsi "zircone", cioè a barattare il suo nome agricolo (raro nei dizionari) con quello di un «silicato tetragonale di lucentezza adamantina». Il computer, insomma, come dice Ottone, è «testardo e presuntuoso». Se citi Pasolini, ti ordina di chiamarlo "pisolini". E non sopporta che tu dica che qualcuno "constata": preferisce che si dica "costata", «in omaggio, forse, alla Mucca Pazza».