Francesco Bolzoni su Avvenire del 10/12/00 pagina 25., 10 dicembre 2000
«Vedendo "L’esorcista" mi sono divertito come letterato prima di tutto, mi sono divertito come spettatore e mi sono divertito come cinematografaro, perché è girato in modo prodigioso, con una rapidità, con una abilità, con una perfezione
«Vedendo "L’esorcista" mi sono divertito come letterato prima di tutto, mi sono divertito come spettatore e mi sono divertito come cinematografaro, perché è girato in modo prodigioso, con una rapidità, con una abilità, con una perfezione... basta ricordare come si riconosce il gesuita, prima vestito di bianco, poi vestito di nero, a distanza quasi di due ore di proiezione. E’ un film girato in modo splendido. Come letteratura c’è tutto Hitchcock dentro, c’è tutto Edgar Poe. Ecco, vi voglio dare un esempio della bellezza dell’Esorcista. Dice Edgar Poe che per fare i racconti straordinari (lui è l’autore dei racconti straordinari e l’Esorcista è un racconto straordinario), per renderli credibili tutto deve essere vero, tutti i particolari estremamente veri. Il film arriva al punto che il poliziotto venuto in quel momento così drammatico a parlare alla madre della bambina, in quei momenti terribili che stanno passando in quella casa, a un certo punto dice alla madre della bambina, un’ attrice famosa: per piacere io vorrei ..., se mi potesse fare un autografo... E allora lei sorride. Poi mentre la donna gli chiede come si chiama la sua bambina, confessa: "Beh, lo voglio io l’autografo". E’ talmente contraria questa cosa a tutta la costruzione, allo spirito dell’ossessione del diavolo, che questo dettaglio messo dentro, così realistico e così umoristico, comprova la verità e la funzione fantastica del film. E’ un film meraviglioso. Come pubblico, come cinematografaro, come letterato, io non so cosa desiderare di più: è un film perfetto» (Mario Soldati).