Stefania Parigi, ìBenigniî, Edizioni Scientifiche Italiane., 12 dicembre 2000
"Ci ho pensato spesso a questo Giudizio Universale. Come farai? Eh? Come va? Come li dividi? Per categorie? Di lì gli imbianchini, là quelli che mettono carte da parati, là i disoccupati, qui gli elettricisti, qui sotto i manicure
"Ci ho pensato spesso a questo Giudizio Universale. Come farai? Eh? Come va? Come li dividi? Per categorie? Di lì gli imbianchini, là quelli che mettono carte da parati, là i disoccupati, qui gli elettricisti, qui sotto i manicure... Oppure per età? Quelli dopo Cristo da una parte, quelli avanti Cristo da un’altra. Quelli avanti Cristo non potevano sapere... giusto? Certo deve essere un lavoraccio fare il Giudizio Universale. Ci sono tutti, gli assiro-babilonesi tutti insieme agli americani, gli egiziani insieme ai tabaccai, le lavandaie con i fenici. E che significano le lavandaie con i fenici? Boh! Io sono un fenicio. Io lavandaia. Piacere. Tutti insieme, tutti uniti. Pensa Attila. Attila s’incontra con uno. Sono Attila e lei? Io ci avevo un distributore di benzina in via del Corso. E che sarebbe? Super Extra... I faraoni! Un faraone che s’incontra. Sono un faraone e lei? Io ero terzino della Sampdoria. Era un terzino? Della Sampdoria. E io sono il faraone. E in che squadra gioca? Sono egiziano. L’Egitto che serie era? Noi siamo stati in serie A, siamo stati. Io sono egiziano... faraone. Ma che serie è, che squadra? Chi c’era nella tu’ squadra? ’Un so, Tutankamen, un faraone. O che squadra giocate, o che serie? Sto a cerca’.... conosci uno della Spaal? Io sono un faraone. Arrivederci, ’un conosci nessuno della Spaal... Pensate un terzino della Sampdoria con un faraone cosa si può dire...".