Alessio Altichieri Corriere della Sera 23/12/00 pagina 35, 23 dicembre 2000
I responsabili dell’Hermitage di San Pietroburgo, non avendo fondi per esporre i quattro milioni di pezzi del museo, hanno pensato di aprire alcune filiali all’estero
I responsabili dell’Hermitage di San Pietroburgo, non avendo fondi per esporre i quattro milioni di pezzi del museo, hanno pensato di aprire alcune filiali all’estero. La prima a Londra, sul Tamigi, nella Somerset House, simile nello stile al Palazzo d’Inverno, in riva alla Neva (l’Hermitage riceverà da Londra una sterlina per ogni biglietto venduto). Il museo esibirà, in cinque stanze, i tesori di Caterina la Grande, che inventò l’Hermitage: i 225 quadri soffiati a Federico di Prussia (riuscì a farseli vendere da un mercante che li aveva acquistati per l’imperatore), la collezione di Sir Robert Walpole, un servizio da 774 pezzi ordinato alla manifattura di Sèvres, gli spilloni d’oro ricevuti in dono dalla Cina, la parrucca di fili d’argento che era solita indossare, e così via. A 14 anni Caterina sposò il granduca Pietro, erede al trono di Russia, subito dopo cominciò a studiare, divenne la donna più colta del tempo, fu ribattezzata la «diva d’Europa». Il 28 giugno del 1762 prese il potere. Pietro era stato assassinato, ma lei andava dicendo che era morto di emorroidi. Secondo la leggenda ebbe 21 amanti, ma amò soltanto il principe Potemkin, che le portò via la Crimea e lo sbocco sul Mar Nero.