Rodolfo di Giammarco, La Repubblica 10/12/2000 a pagina 50, 10 dicembre 2000
Il copione della «Aida» di Petito; l’ocarina di Raffaele Viviani; la paglietta sfrangettata del Ciccio Formaggio di Nino Taranto e tutti i suoi travestimenti (nasi, barbe e baffi finti); l’ombrellino e il cappellino di Tina Pica; la ciaramella di Beniamino Maggio; la mantellina nera di Pupella Maggio in «Era ’na sera ’e maggio» e la pettenessa che le raccoglieva i capelli in «Cani e Gatti»; il costume-armatura che Peppe Barra indossava in «Ferdinando»
Il copione della «Aida» di Petito; l’ocarina di Raffaele Viviani; la paglietta sfrangettata del Ciccio Formaggio di Nino Taranto e tutti i suoi travestimenti (nasi, barbe e baffi finti); l’ombrellino e il cappellino di Tina Pica; la ciaramella di Beniamino Maggio; la mantellina nera di Pupella Maggio in «Era ’na sera ’e maggio» e la pettenessa che le raccoglieva i capelli in «Cani e Gatti»; il costume-armatura che Peppe Barra indossava in «Ferdinando». Tutti cimeli che da oggi saranno custoditi nel Museo dell’Attore Napoletano, realizzato nel tunnel di centocinquanta metri che collega il Maschio Angioino al Teatro Mercadante. Oltre agli abiti di scena, anche il diario privato e il calco del viso sorridente di Scarpetta realizzato dopo la sua morte; le foto degli unici due personaggi non napoletani presenti, Carlo Cecchi e Leo de Bernardinis; più di cinquecento fotografie di scena; manifesti e un’istallazione audiovisiva curata da Mario Franco. La realizzazione del Museo è stata fortemente voluta e finanziata dalle famiglie Scarpetta e Taranto.