Oreste De Fornari, ìWalt Disneyî, líUnit / Il Castoro., 15 dicembre 2000
"Nel ”Pinocchio” di Walt Disney (1939) l’infedeltà principale al testo di Collodi consiste nell’aver trasformato il polimorfo monello in un ragazzino abbastanza normale, sia nell’aspetto (le linee del volto e il naso sono arrotondati e mobili, solo dalle gambe si capisce che è un mezzo burattino) che nel carattere (lascia la retta via più per ingenuità che per monelleria)
"Nel ”Pinocchio” di Walt Disney (1939) l’infedeltà principale al testo di Collodi consiste nell’aver trasformato il polimorfo monello in un ragazzino abbastanza normale, sia nell’aspetto (le linee del volto e il naso sono arrotondati e mobili, solo dalle gambe si capisce che è un mezzo burattino) che nel carattere (lascia la retta via più per ingenuità che per monelleria). Anche gli altri personaggi, come Geppetto e il Gatto e la Volpe, perdono lo spessore etico satirico favolistico che avevano nel libro e vengono faticosamente convertiti alla comicità e al realismo... L’unico davvero originale è il Grillo Parlante, che qui rinuncia al suo ruolo di coscienza per tramutarsi in un compare astuto e fedele, capostipite di una dinastia di consiglieri animali in miniatura, concentrati di intelligenza e di humour. E le scene migliori sono quelle un po’ horror, soprattutto la visita al Paese dei Balocchi con l’agghiacciante metamorfosi asinina di Lucignolo, raccontata attraverso le ombre sui muri".