Lanfranco Vaccari, Corriere della Sera, 16/12/2000 a pagina 3 Lanfranco vaccari, Corriere della Sera, 17/12/2000 a pagina 5, 16 dicembre 2000
Il padre di Jorg Haider era un militante clandestino del partito nazista in Austria e, dopo l’annessione di questa al Terzo Reich (1938), divenne responsabile delle competizioni fra le reclute
Il padre di Jorg Haider era un militante clandestino del partito nazista in Austria e, dopo l’annessione di questa al Terzo Reich (1938), divenne responsabile delle competizioni fra le reclute. La madre, invece, era iscritta all’hitleriana Lega delle Donne Tedesche. Dopo il suo ingresso in politica, Haider ha fatto più volte riferimento all’ideologia nazista, ma mai esplicitamente ad Hitler. Nel 1991definì la politica del Reich ’opportuna’, e nel 1995 chiamò ’campi penali’ i campi di concentramento nazisti. Pensa che le SS fossero «gente di carattere che aveva il coraggio delle sue opinioni, capace di difendere le sue convinzioni anche in tempi avversi». Jorg Haider è cattolico dalla nascita, ma fino alla fine degli anni ottanta è stato un anticlericale convinto. Poi si è riavvicinato alle gerarchie ecclesiastiche ed in particolare al vescovo di Sankt Polten (capitale della Bassa Austria), lo stesso che ha organizzato il suo incontro col Papa in Vaticano. Nel corso della sua carriera politica, Haider ha cambiato idea anche su altre questioni. Da sostenitore del pangermanesimo è diventato fautore del patriottismo austriaco. Prima pensava che l’Austria indipendente da una Kulturnation tedesca sarebbe stato un errore, ora ha coniato lo slogan ’l’Austria prima di tutto’. Prima si professava profondamente europeista, poi ha cominciato a remare contro la formazione di un super-stato centralizzato a Bruxelles, organizzando un referendum per impedire l’ingresso dello scellino nell’euro. Il referendum fallì perché non vennero raccolte le duecentocinquanta mila firme necesarie. In occasione delle elezioni che lo hanno portato a far parte del governo austriaco, aveva promesso un’opposizione dura all’ingresso dei paesi ex-comunisti in Europa. Oggi ha sottoscritto l’accordo di Nizza che prevede, tra l’altro, proprio questo allargamento dell’Unione.