Alberto Gentili, Il Messaggero 19/12/2000 a pagina 9, 19 dicembre 2000
L’Ufficio di Presidenza della Camera ha deciso di aumentare di un milione e trecentosettantadue mila lire (nette) lo stipendio dei seicentotrenta deputati italiani (che già si aggirava attorno ai ventiquattro milioni di lire, netti anche questi)
L’Ufficio di Presidenza della Camera ha deciso di aumentare di un milione e trecentosettantadue mila lire (nette) lo stipendio dei seicentotrenta deputati italiani (che già si aggirava attorno ai ventiquattro milioni di lire, netti anche questi). L’incremento è stato giustificato come rimborso Iva per le spese che ogni deputato deve sostenere per curare il rapporto coi propri elettori. La cifra, infatti, equivale al venti per cento dei sei milioni e ottocentosessanta mila lire che ogni deputato riceve da Montecitorio con questa motivazione. La decisione, inoltre, ha carattere retroattivo: verranno quindi rimborsati agli Onorevoli altri nove milioni e seicentoquattro mila lire, pari alla somma dei rimborsi non percepiti da giugno a dicembre. L’intera operazione costerà a Montecitorio dieci miliardi e trecentosettantadue milioni. In aprile il governo aveva deciso di sospendere i rimborsi a partire da giugno perché, con la scusa di curare l’elettore, i deputati si facevano pagare frigoriferi, bollette, pranzi e vacanze. Ancora nell’aprile scorso, gli onorevoli votarono all’unanimità un rimborso retroattivo pari a tredici milioni e novecentottanta mila lire, relativo ai quattordici mesi precedenti.