Letizia Gabaglio sull’Espresso del 21/12/2000 a pagina 212., 21 dicembre 2000
Il 24 novembre scorso è riemerso nei pressi del Castello di Duino, dopo scavi e ripuliture, un dinosauro di quattro metri, che circa 78 milioni di anni fa scorrazzava indisturbato nei dintorni di Trieste
Il 24 novembre scorso è riemerso nei pressi del Castello di Duino, dopo scavi e ripuliture, un dinosauro di quattro metri, che circa 78 milioni di anni fa scorrazzava indisturbato nei dintorni di Trieste. Il dinosauro, che è stato battezzato Antonio, è un esemplare da record: si tratta del primo dinosauro italiano rinvenuto in un luogo e lì scavato e preparato metodicamente, ed è l’adrosauro (questa la specie di appartenenza) più completo mai ritrovato in Europa e il più antico del mondo. Antonio è solo il primo di una serie di scheletri di adrosauri che il giacimento friulano detto Villaggio del Pescatore sembra custodire da milioni di anni: precisamente dal Cretaceo superiore (sono almeno 30 gli esemplari completi di grandi rettili individuati nel sito dai ricercatori). All’epoca il Friuli presentava uno scenario simile a quello di alcune zone dell’odierna Florida, con una pianura costiera paludosa costellata di vegetazione anche ad alto fusto e con un clima tropicale. Antonio era alto un metro e 30 centimetri e lungo quattro, seguiva una dieta strettamente vegetariana e pesava 700 chili. Il suo aspetto imponente era ingentilito dal caratteristico becco ad anatra, comune a tutti gli adrosauri. Come le antilopi e gli gnu di oggi, viveva in branchi, pascolando insieme a coccodrilli dal muso corto e ad altri dinosauri di piccola taglia in ampie praterie attraversate da fiumi. E’ morto proprio sulla riva di uno di essi, e, dopo esser stato trasportato per un breve tratto dalla corrente, è stato depositato in una laguna o lago costiero, dove i sedimenti fini portati dall’acqua lo hanno rapidamente ricoperto. Verso la fine degli anni Ottanta un gruppo di ricercatori trovò i primi resti fossili che affioravano in superficie. Il risultato degli scavi allora iniziati, che hanno comportato il taglio di 430 metri cubi di roccia, non è solo Antonio: sono stati rinvenuti anche un coccodrillo, numerose ossa, piante, gamberi e pesci di diversa natura.