Maurizio Cucchi, La Stampa 27/12/2000 a pagina 21, 27 dicembre 2000
Maurizio Cucchi: «Il Vigorelli era l’eleganza urbana dello sport. Da bambino ci andavo spesso con mio padre, che aveva assistito alla sublime prova di Fausto Coppi, quando aveva battuto il record dell’ora di Archambaud
Maurizio Cucchi: «Il Vigorelli era l’eleganza urbana dello sport. Da bambino ci andavo spesso con mio padre, che aveva assistito alla sublime prova di Fausto Coppi, quando aveva battuto il record dell’ora di Archambaud. Nello stesso stadio, nel 1955 Antonio Maspes guadagnava il suo primo titolo mondiale della velocità, e c’ero anch’io. Allora lo sport era una scelta alternativa, simile all’arte». «Sono sempre stato dibattuto tra l’amore per il centro e la passione per le periferie. Delle periferie non estreme, quelle in cui c’è ancora , abbondantemente deturpata l’anima del vecchio borgo, la fisionomia discreta di quello che era stato un paese». «E poi, naturalmente, il più opaco e anonimo San Siro. Vicino allo stadio abitava Vittorio Sereni. Tra i secondi Anni Settanta e i primi Anni ottanta l’ho seguito più volte allo stadio, essendo lui nobilissimo interista, signorilmente appassionato. Una domenica del 1976 c’era Inter-Juventus. Sereni indossava un elegante cappotto nerazzurro, e salliva più veloce di noi più giovani, ansioso, per le rampe. Trovammo posto solo in cima, l’Inter vinse 1-0 e il poeta raggiante eppure controllato ci offrì da bere a casa sua. Il derby invece non voleva vederlo: gli metteva addosso l’agitazione».