Ugo Volli su Avvenire del 2/1/2001 a pagina 21., 2 gennaio 2001
La parola "regalo", di origine spagnola, arrivò in Italia solo alla fine del Cinquecento. Deriva da "re": i regali, infatti, erano gli omaggi che si era obbligati a porgere al sovrano (in altre parole, una sorta di tassa)
La parola "regalo", di origine spagnola, arrivò in Italia solo alla fine del Cinquecento. Deriva da "re": i regali, infatti, erano gli omaggi che si era obbligati a porgere al sovrano (in altre parole, una sorta di tassa). "Omaggio" viene dal latino "hominaticum" (mediato attraverso il francese antico) e indica l’atto con cui si compie la sottomissione feudale, dichiarandosi "uomo di" qualcuno. L’italiano ha preso invece la parola "mancia" dal francese medioevale "manche" (la manica che la dama regalava al suo cavaliere come ricordo o come premio in un torneo). Un altro termine per indicare il regalo di fine d’anno è "strenna", che deriva dall’aggettivo latino "strenuus", in italiano "strenuo", cioè coraggioso, ardito. Il significato prevalente è quello di beneaugurante, portafortuna. Già nell’antica Roma sembra che i "clientes" usassero portare delle "strenua" ai loro padroni, insieme agli "auguri": anche questa è una parola di origine latina. Gli "àuguri", con l’accento sulla a, erano i sacerdoti incaricati della divinazione. Ancora in Dante, "augurare" conserva il significato di "trarre auspici". Gli auspici più graditi, naturalmente, erano quelli favorevoli, e così gradualmente "àuguri" (nella versione moderna di "augùri") acquista il significato attuale, appunto beneaugurante (in Italia quest’accezione è attestata a partire dal Cinquecento). Nella parola è presente anche la radice "aug", che si ritrova in "augusto", "autore", "aumentare", e che è legata al sanscrito "ajas", nel senso di forza, capacità creativa. Altre lingue europee per indicare il regalo usano sostantivi legati ai concetti di volontà, desiderio: così il francese "voeux", l’inglese "wish", il tedesco "Wunsch". Il modo più comune per parlare di regali, comunque, è definirli "doni", parola legata alla radice del verbo "dare": anche il "gift" anglosassone è in relazione col verbo "to give".