Gaetano Afeltra su Avvenire del 2/1/2001 a pagina 21., 2 gennaio 2001
«Alle terribili distruzioni della guerra si univano le distruzioni morali. Molti episodi di azioni punitive, di "prelevamenti" di persone dalle carceri e dalle case, operati dai falsi partigiani, gettavano allarme
«Alle terribili distruzioni della guerra si univano le distruzioni morali. Molti episodi di azioni punitive, di "prelevamenti" di persone dalle carceri e dalle case, operati dai falsi partigiani, gettavano allarme. La delinquenza comune aveva assunto aspetti drammatici. Venti, trenta rapine al giorno. Quella sera, a tavola, parlando dell’atmosfera che si respirava a Milano, dissi a Buzzati: "Dino, scrivi un pezzo alla tua maniera su questo Natale, come lo senti tu". Dino non diceva mai di no, si considerava un "doverista" (termine inventato da lui) e il giorno dopo, vigilia di Natale, portò l’articolo che lui stesso aveva titolato: "Domani una grande occasione". Cominciava proprio così: "Poi dopodomani, se occorre, torniamo pure come prima, si ricominci pure a fare le carogne, a litigare, a odiare, a cercar di fregare il prossimo, si riprenda pure ad amare così ridicolmente noi stessi, a sfogare le basse cose dell’animo. Ma domani in gamba, amici!... Non vi domandiamo di impegnarvi. In seguito, se lo riterrete necessario, tornerete pure alle solite carognate. Più tardi, insomma, si vedrà. Ma domani! Dopotutto è il primo Natale decente dopo tanti anni. Dimenticate per un giorno i soldi, il dolore, il sangue... Un’occasione simile vi capiterà solo una volta all’anno. E voi giovanotti, che solitamente siamo costretti a giudicare molto male, lasciate stare il mitra, domani... Cercate anche voi una stanza calda di umana simpatia... Date a titolo di esperimento dieci lire al povero, costruite presepi, entrate magari in chiesa un istante a vedere, se non altro, per quello che costa... Almeno domani in via assolutamente provvisoria, senza impegni per l’avvenire". Qualcuno, forse proprio un "giovanotto con mitra", che aveva letto il pezzo di Buzzati, il giorno dopo mandò al giornale una lettera che diceva così: "D’accordo per una tregua di ventiquattr’ore. Ma senza impegno, come voi stessi dite, anche noi dobbiamo campare"» (Gaetano Afeltra).