Lorenzo Soria La Stampa 3/1/01 pagina 10, 3 gennaio 2001
Nell’isola di Giava la fede nella stregoneria ha una tradizione secolare. Gran parte della popolazione crede che il mal di stomaco non sia causato dall’acqua inquinata, ma da forze soprannaturali
Nell’isola di Giava la fede nella stregoneria ha una tradizione secolare. Gran parte della popolazione crede che il mal di stomaco non sia causato dall’acqua inquinata, ma da forze soprannaturali. Alcuni raccontano di aver visto i vicini vomitare serpenti e levarsi in volo. Il presidente indonesiano Abdur Wahid, prima di prendere qualsiasi decisione, consulta uno sciamano. I cacciatori di streghe sono giudicati eroi capaci di proteggere la popolazione dai sortilegi. Apih Barma, agricoltore, per cinquantamila rupie stabilisce se una donna è veramente una strega. Suo metodo: legge il Corano ai sospettati (la legge islamica vieta la stregoneria) e studia i movimenti dei loro occhi. Ogni anno, nell’isola, vengono uccise cento persone accusate di stregoneria. Nella cittadina di Cianjur, a cento chilometri da Giacarta, ne sono state uccise ventuno in tre mesi. Radi, una contadina di 70 anni, è stata aggredita in casa da trenta uomini e donne. L’hanno uccisa a calci, poi le hanno mozzato la testa con un colpo di machete e le hanno cavato gli occhi. Secondo Agus Nugroho, ispettore capo della polizia di Cianjur, la caccia alle streghe è un pretesto di alcuni cittadini per uccidere i propri rivali. Tra le ventuno persone assassinate a Cianjur c’erano due candidati al posto di capo amministrativo della moschea di Hegar Sari. Secondo l’ispettore, in cambio di centomila lire, un loro concittadino sarebbe stato indotto a raccontare che erano stregoni.