Roberto Beretta Avvenire 4/1/01 pagina 18, 4 gennaio 2001
Nelle prime comunità cristiane si contavano gli anni con la numerazione ebraica (a partire dalla creazione del mondo), o con quella romana «ab urbe condita»
Nelle prime comunità cristiane si contavano gli anni con la numerazione ebraica (a partire dalla creazione del mondo), o con quella romana «ab urbe condita». L’idea di un calendario cristiano si fece largo con la decadenza dell’impero romano. Nel 525 Dionigi il Piccolo, abate scita, propose di contare gli anni a partire dalla nascita di Cristo. Il metodo del «dopo Cristo» si diffuse lentamente e si affermò nel XII secolo. Il periodo precedente la nascita di Cristo si continuò a numerare secondo i vecchi metodi fino all’invenzione della stampa e si affermò nel Seicento. A proposito di datazioni, il professor Hans Maier fa notare che, tra i cristiani, i cattolici sono stati i primi ad applicare il metodo «cristocentrico». Lutero contava gli anni a partire dalla creazione del mondo. Il filosofo Nietzsche propose di contare gli anni a partire dal 30 settembre 1888, data, secondo lui, della «morte di Dio».