Stefano Rossi La Repubblica 5/1/2001 a pagina 5, 5 gennaio 2001
Sei degli aerei della flotta Alitalia, in transito nell’aereoporto di Malpensa, hanno uranio impoverito nella coda
Sei degli aerei della flotta Alitalia, in transito nell’aereoporto di Malpensa, hanno uranio impoverito nella coda. Lo ha ammesso Osvaldo Gammino, portavoce delle compagnie aeree straniere dello scalo milanese. La dichiarazione smentisce quanto aveva affermato Ferdinando Mattei, vigile del fuoco dello stesso aereoporto. Secondo lui, infatti, l’uranio impoverito era sui primi cinquecentocinquantuno jumbo 747 costruiti e su tutti i Dc10. Questo fino al 1983, quando i costruttori si accorsero che, ossidandosi, l’uranio perdeva particelle nocive per l’uomo, e hanno sostituito le parti realizzate con questo materiale col tungsteno. Entro il 2003, anche i restanti sei saranno rinnovati. Secondo il capo ufficio stampa Alitalia, Enrico Lepri, il rischio è ridotto, perchè l’uranio impoverito diventa pericoloso solo se si sviluppa un incendio. Per questo motivo, nel 1999, in Giappone, i pompieri si rifiutarono di intervenire per spegnere il fuoco dopo un incidente aereo che aveva coinvolto un aereo che poteva contenere parti in uranio impoverito. Ancora Mattei, ricorda che nel 1992, ad Amsterdam, un disastro aereo provocò la morte di quarantatre persone e che le scorie radioattive precipitate a terra ne fecero ammalare altre diecimila.