Walter Boggione Specchio 6/1/01 pagina 28, 6 gennaio 2001
Possibili ragioni per cui si usa l’espressione «giacomo, giacomo» per indicare il tremore delle ginocchia: secondo il Marzolo (1859) l’espressione ha un’origine onomatopeica, da «ciac, ciac»
Possibili ragioni per cui si usa l’espressione «giacomo, giacomo» per indicare il tremore delle ginocchia: secondo il Marzolo (1859) l’espressione ha un’origine onomatopeica, da «ciac, ciac». Anche il Bellina («Studio di linguistica italiana», 1997) pensa ad un’origine onomatopeica, da «fare giach» per indicare lo scalpicciare dei piedi. Con il passare del tempo il modo di dire sarebbe stato riferito anche alle gambe. Il «Dizionario etimologico italiano» fa risalire l’espressione alla condizione dei pellegrini che giungevano con le gambe vacillanti al santuario di Santiago de Compostela. La locuzione alluderebbe all’apostolo Giacomo il Maggiore, le cui reliquie si conservano nel santuario. Il Lurati pensa che l’espressione si riferisca al martirio dell’apostolo, quindi in origine significherebbe «morire, afflosciarsi». L’espressione compare per la prima volta nel poema eroicomico di Giambattista Lalli «L’Eneide travestita» (1633):«Ne l’andar, le gambe indebolite facean Iacomo, Iacomo, ogni passo». Il modo di dire è già presente nel latino maccheronico del Baldus (inizio ’500), riferito ai piedi, «qui iacom iacom faciunt».