Raimondo Bultrini su La Repubblica del 8/1/01 pagina 15, 9 gennaio 2001
Nella città santa di Allahabad (l’antica Prayag), nell’India del nord, il 9 gennaio di quest’anno c’è stata l’antichissima festa religiosa del Kumbh Mela (ovvero "festa dell’acquario o dell’ampolla", che si svolge ogni 12 anni, a turno, in quattro diverse località dell’India)
Nella città santa di Allahabad (l’antica Prayag), nell’India del nord, il 9 gennaio di quest’anno c’è stata l’antichissima festa religiosa del Kumbh Mela (ovvero "festa dell’acquario o dell’ampolla", che si svolge ogni 12 anni, a turno, in quattro diverse località dell’India). Gli induisti si immergono nel Gange per purificarsi dai peccati, anche quelli commessi nelle altre vite. All’origine della festa, una leggenda raccontata nel Ramayana e Mahabaratha: all’inizio dei tempi, il Dio Vishnu, protettore dell’universo, chiese a Indra, un demone caduto in disgrazia, di aiutarlo a recuperare il nettare dell’immortalità dal fondo degli oceani. In premio, Indra avrebbe riconquistato i suoi poteri. Il demone accettò, e insieme si misero a scandagliare il fondo del mare. Ma, una volta trovato il nettare, Vishnu lo mise in un’ampolla (in sanscrito "kumbh") e tentò di fuggire senza mantenere le sue promesse. L’inseguimento durò 12 giorni (paragonati a 12 anni terrestri). Durante la fuga, quattro gocce caddero dall’ampolla in quattro luoghi diversi, ed è in questi quattro luoghi che a turno ogni 12 anni si celebra il Kumbh Mela.