Giusy Ferr Amica 10/1/2001 alle pagfine 44-50, 10 gennaio 2001
Secondo l’architetto Quirino Conti, «Non era per un’ossessione personale che Rembrandt dipingeva donne vaste, dalle pieghe profonde di carne
Secondo l’architetto Quirino Conti, «Non era per un’ossessione personale che Rembrandt dipingeva donne vaste, dalle pieghe profonde di carne. Ma perché in una società dove il cibo scarso era la regola, dimostravano ricchezza. Quando ritrae la moglie Saskia in "Susanna e i vecchioni", indica il vero lusso dell’epoca: il peso, che significa cibo, dunque potenza». Tutto avrebbe inizio con la Controriforma. Ai protestanti, critici nei confronti dei fasti di Roma, alcune potenze europee molto cattoliche (come la Spagna) risposero adottando uno stile ascetico, caratterizzato da abiti neri. Nei quadri di quell’epoca appaiono «uomini ossuti e pensosi, simboli di vita austera». Solo alla donna vengono concessi «l’allegria dell’adipe e delle vesti colorate». Ciò avrebbe innescato un processo logico che vuole l’intelligenza «magra, sobria e veste di scuro».