Sebastiano Maffettone, la Repubblica del 30/12/00 pagina 42, 30 dicembre 2000
«Sono nato e cresciuto a Napoli, e credo di averne tratto una lezione indelebile. L’affannarsi del popolino, lo scetticismo dei signori, la sfiducia nell’altro, la resa al passato, l’impotenza nell’ottenere risultati, la depressione collettiva mascherata dal riso, l’impossibilità della speranza, erano tutti i segni di una mentalità in cui premoderno e postmoderno si congiungevano
«Sono nato e cresciuto a Napoli, e credo di averne tratto una lezione indelebile. L’affannarsi del popolino, lo scetticismo dei signori, la sfiducia nell’altro, la resa al passato, l’impotenza nell’ottenere risultati, la depressione collettiva mascherata dal riso, l’impossibilità della speranza, erano tutti i segni di una mentalità in cui premoderno e postmoderno si congiungevano. Si congiungevano nel negare spazio al progetto illuministico della modernità, che pure tanto doveva al pensiero dei figli dell’antica "capitale di un regno senza strade e senza città". Per schierarmi contro quello che c’era e non andava, avevo così da essere antiantiilluminista».