Alessandra Ritondo Viaggi 11/1/2001 a pagina 36, 11 gennaio 2001
La Real Fabrica de Tabacos Partàgas, fondata nel 1845 dal catalano Jaime Partàgas, produce ottomila sigari al giorno
La Real Fabrica de Tabacos Partàgas, fondata nel 1845 dal catalano Jaime Partàgas, produce ottomila sigari al giorno. Ci lavorano seicentoquaranta persone, pagate a cottimo: centotrenta pesos per i sigari piccoli, centonovanta per quelli grandi. La lavorazione è del tutto manuale e artigianale: anche per attaccare le etichette si usano resine naturali anziché colle. Nel primo reparto, le foglie (cappe) destinate a ricoprire il sigaro finito vengono inumidite e stirate con le mani, quindi appese a chiodi per tre-cinque ore. Poi passano al "desparillo", reparto in cui vengono selezionate e classificate in base al colore e alla lunghezza, per poi essere private del nervo centrale, usato in profumeria. Le foglie che formano il corpo del sigaro sono di quattro tipi: la parte interna (trippa), sottile, senza grasso, è quella che che definisce la qualità e produce la combustione; il seco dà aroma e profumo; il figero rende il sigaro più o meno forte; la capote avvolge il corpo precedentemente compattato da una macchina. I sigari vengono poi pesati, misurati (larghezza, lunghezza e spessore) e tagliati con la "chaveta" ( ’el probador’ ne fuma uno per verificare la qualità). Quindi vengono sistemati in una scatola di cedro decorata a mano. Quelli che presentano difetti anche minimi vengono messi da parte e regalati agli operai, che ne ricevono due al giorno. Prima di poter essere fumato, il sigaro deve rimanere dalle ventiquattro alle quarantotto ore in un essiccatoio. I prezzi, nel negozio all’interno della fabbrica, variano dai cinquanta ai cinquecento dollari per una scatola da venticinque pezzi.